In occasione della Giornata missionaria mondiale, il 20 ottobre prossimo il parroco di Bastia Umbra, don Francesco Fongo, invita tutti gli operatori e i collaboratori pastorali ad intervenire all’Assemblea programmatica che si terrà alle ore 17.00 nella chiesa parrocchiale. In questa occasione è previsto l’intervento dei singoli operatori e la lettura della programmazione annuale comune a tutti i gruppi di preghiera e ai vari centri di ascolto della Parola di Dio. A seguire si terrà la messa vespertina col mandato del parroco che ufficializzerà l’impegno dei singoli operatori, chiamati a dare, durante l’anno, la propria disponibilità all’evangelizzazione a partire dai luoghi in cui si vive. Nel calendario che la Chiesa si dà, c’è un giorno in particolare in cui siamo chiamati ad una riflessione globale sull’istanza della missione come proposta educativa e di fede. La missionarietà, spiega il parroco, obbliga a ragionare, cioè a rendere ragione della fede e della speranza che c’è in noi, per dirla con parole di san Paolo. Quindi, continua, bisogna vincere il rischio della modernità che è quello di un cristianesimo formale e senza la minima incidenza nella quotidianità e tornare ad una interiorizzazione della fede. E’ in questo modo che si possono affrontare le scelte della quotidianità con stile di santità. A volte essere cristiani vuol dire essere testimoni di una verità scomoda perché contrastante con quello che la società ci fa credere essere il nostro bene. Un percorso di fede richiede lo sforzo di migliorare noi stessi per questo ci si richiama ad un lavoro quotidiano. La carità tra di noi è il modo attraverso il quale si può riallacciare rapporti umani e costruire un futuro di speranza. Ma bisogna avere il coraggio di investire tutti i rapporti dell’incontro fatto, che è l’incontro con Cristo; bisogna prendere coraggio dalla Verità incontrata. Laddove tutto il mondo incita al conseguimento di quello che più istintivamente ci piace indicando la strada più semplice e immediata, risponde il desiderio autentico di un ritorno all’esigenza elementare, che è esigenza di Dio. Siamo così meschini che siamo capaci persino di decidere noi se Dio debba esistere o meno o peggio ancora siamo capaci di ridurlo ad oggetto da noi manipolabile. Mi riferisco a quelle sorti di magismo commerciale che rappresentano in fondo una voglia distorta di arrivare a Dio. La giornata della missionarietà vuole riflettere su questo aspetto essenziale della vita evangelica. E’ inevitabile che a qualcuno che ha fatto un incontro davvero bello e sconvolgente venga voglia di dirlo a tutti. L’apertura altrimenti inimmaginabile che il cristianesimo implica ha questo come contenuto: la buona novella. La missione che ne consegue è data da una sovrabbondanza di gratitudine per l’avvenimento di Dio che si fa carne e ha deciso di abitare in mezzo a noi.
La missione come proposta educativa e di fede
Si terrà il 20 ottobre l'Assemblea programmatica degli operatori pastorali
AUTORE:
Maurizia Berardi