Da qualche tempo, e in qualche modo, ci interessiamo della vita religiosa e sociale di un Paese d’Africa il Malawi di cui, qualche anno fa nessuno sapeva niente. Ora, con piacere e con interesse, osserviamo che svariate diocesi della nostra regione, in vari modi, intervengono in favore di questo poverissimo angolo dell’Africa con soccorsi all’emergenza fame e per tante adozioni che pullul ano (adozioni in atto realizzate anche da organizzazioni sconosciute: ci giungono richieste di informazioni che spesso non sappiamo dare ) e anche con viaggi che impegnano persone e gruppi. E non solo per il Malawi.Ma Gubbio, Terni, Città di Castello e certamente altri centri si protendono verso l’Africa, Mari Asiatici, America ecc (Le iniziative parrocchiali non si contano!). Con questo si risponde, e forse talvolta senza saperlo a originali esortazioni del Papa nella famosa enciclica “Redemptoris Missio” del 1992. E’ molto utile rileggerla: quelle cento pagine illustrano il compito principale dei cristiani: annunziare a tutte le genti la salvezza portata da Cristo. Il documento pontificio, di assoluta freschezza, spende molte pagine per sostenere che la “Missione alle Genti” non è finita e non finirà mai. Per “Missio ad Gentes” si intende il compito tradizionale, seguito al comando del Signore agli Apostoli: andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Per sempre la Chiesa deve “mandare” e manderà missionari. Sostenuto questo con molta forza, il Pontefice illustra, come dono dello Spirito santo, tutte le altre modalità, suscitate dai nuovi mezzi di comunicazione e dalle trasformazioni, in genere, del mondo moderno. Iniziative nuove che possono sopperire a qualche diminuzione del numero dei missionari “classici”. Abbiamo associato a questo concetto del Papa quanto disse mons. Allan Chamgwera, vescovo di Zomba, antica capitale del Malawi, in un incontro missionario, durante una delle sue frequenti visite in Umbria. Quell’anziano vescovo africano, pieno di spirito apostolico che infonde amore per Dio oltre che con le parole, con la vivacità dello sguardo, si lamentava dello scarso numero di missionari che arrivano ora nel territorio affidato alle sue cure ed esaltava la nuova speranza che gli è nata in cuore vedendo arrivare nella sua diocesi, anche se per brevi periodi, tanti aiuti di preti, di laici, medici e non medici, professionisti di varie attività, tutti protesi a sostenere opere spirituali e materiali. Ma è il Santo Padre che nella sua enciclica ricorda e ampiamente illustra questa possibilità di missione “collettiva” (62,63,64…) “Ogni chiesa particolare deve aprirsi generosamente alle necessità delle altre”… “Sono lodevoli le visite alle missioni, soprattutto da parte dei giovani che vanno per servire e fare esperienza forte di vita cristiana (82). In questi paragrafi e in molti altri, gli insegnamenti del Papa recano gioia all’animo perché sembra che parli proprio di tanti generosi nostri laici. In realtà molte altre diocesi italiane, anche molto più di noi umbri, sono lodevolmente sulla strada che il Santo Padre ha costatato, approvato e incoraggiato. Personalmente, per esempio, siamo ammirati della diocesi di Bergamo che, ormai da mezzo secolo, realizza un’osmosi meravigliosa tra comunità italiane e comunità africane. Non solo laici professionisti, ma anche artigiani, pensionati, singoli e coniugati, giovani nelle loro vacanze, fraternizzando con gli indigeni, nella preghiera e nel lavoro, hanno trasformato poveri centri stradali in cittadine vive e progredite che nulla invidiano a centri europei molto gradevoli. Il Pontefice ricorda che questi aiuti, anche di spostamenti collettivi, tra chiese e chiese, si sono verificati fin dai primordi della predicazione cristiana, ora ispirati alla più avanzata modernità. Insomma la lettera “Redemptoris Missio” è fonte di ispirazioni e di incoraggiamento. E anche di idee brillanti per nuove avventure missionarie, perché – dice il Papa – se spesso ripeto che tutto il mondo è “Missione”, ancora tre quarti dell’umanità” non ha sentito parlare del Redentore Gesù Cristo.
La “Missione alle genti” è tuttora attuale
Gemellaggi "missionari" di diocesi e parrocchie italiane e umbre
AUTORE:
Don Remo Bistoni