La messa natalizia di mons. Vecchi alla Ast

DIOCESI. La celebrazione eucaristica di preparazione al Natale presieduta da mons. Vecchi presso il Tubificio della Ast
La celebrazione eucaristica presieduta da mons. Vecchi presso il Tubificio della Ast, sullo sfondo la grande croce in acciaio
La celebrazione eucaristica presieduta da mons. Vecchi presso il Tubificio della Ast, sullo sfondo la grande croce in acciaio

Una grande croce realizzata con pannelli di acciaio di diversa cromaticità ha fatto da sfondo all’altare costruito all’interno del Tubificio di Terni per la messa pre-natalizia celebrata dal Vescovo per i lavoratori e familiari della Ast, alla presenza dell’amministratore delegato dell’Ast Marco Pucci, del sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo, del presidente della Provincia Feliciano Polli.

Mons. Vecchi nella sua omelia ha ricordato la bella tradizione e l’importanza di ritrovarsi per celebrare insieme il Natale in fabbrica.

“Oggi è come essere in famiglia, la grande famiglia dell’Ast. È importante che anche in questa azienda si senta il bisogno di celebrare il Natale e mettere tutto nelle mani di Dio. Anche in fabbrica, ogni volta che mettiamo in campo tutte le energie, tutte le nostre strategie, c’è il Signore che è l’ultima istanza e che non dobbiamo eliminare, ma tenere viva per poter esprimere al meglio la nostra vocazione cristiana. Sono momenti come questi che ci danno la possibilità di vedere le cose in profondità rispetto alla grande superficialità che oggi dilaga. La coscienza dell’umanità, quella che fa riferimento a Qualcosa di superiore, ha bisogno di reagire al nichilismo tecnologico che tenta di cancellare tutto.

Questa fabbrica, che rappresenta Terni con la sua laboriosità, con tutte le difficoltà del momento attuale, non deve perdere la speranza e deve mantenere vive le potenzialità: la qualità di un acciaio che è il migliore al mondo, ma questo insieme a una coscienza vera capace di guardare in faccia la realtà, di sopportare ogni sacrificio e incertezza, collaborando tutti insieme, uniti, per realizzare qualcosa di buono, assumendosi ciascuno le proprie responsabilità.

Il Natale ci fa scoprire come questo evento abbia cambiato la storia umana. Il nostro futuro è connesso con la verità di Dio, che si è fatto uomo per salvarci, facendosi nostro contemporaneo e accompagnandoci nella storia. Il regno di Dio non si edifica sulle macerie della storia ma dentro gli eventi umani, fino al loro compimento. Come mai dopo un lungo periodo di crescita – il miracolo economico – i Paesi occidentali si trovano indebitati, invecchiati, disuguali e depressi? Per alcuni questa crisi segna la fine del tecnonichilismo, cioè di una tecnologia che va avanti senza pensare ai valori dello spirito.

Questa è la causa della seconda crisi economica, ma che anche e soprattutto il frutto di un’ampia crisi spirituale e di un libertarismo egocentrico. Oggi si sente il bisogno di una nuova idea di sviluppo, dice Benedetto XVI, a partire dalla qualità dell’ambiente, dalle relazioni umane e dalla concezione della cultura, per una crescita integrale. L’Avvento e il Natale aiutano questo cammino di cambiamento e di speranza”.

AUTORE: E. L.