Erano in 600 mila, martedì, al primo appuntamento sulla spiaggia attorno all’arcivescovo di Rio de Janeiro, dom Orani Joao Tempesta: “È tempo di risvegliare fiducia e speranza! – ha esclamato. – Un altro mondo è possibile!”. Divertimento ma anche intensi momenti di preghiera e silenzio. Copacabana si è trasformata in un immenso palcoscenico a cielo aperto carico di emozioni, colori, luci. È iniziata così la Giornata mondiale della gioventù. La festa non ha impedito di pregare in modo speciale per i giovani perseguitati, emarginati, che soffrono per qualche dipendenza, oppressi della vita. Per i giovani che hanno perso la propria vita a causa della violenza. Per tutti coloro che credono che un mondo nuovo è possibile. Tra i pellegrini ci sono anche dei giovani iracheni. “La guerra – dicono – toglie la luce dagli occhi e getta nell’oscurità”. Sono qui in 168, accompagnati da don Saad Sirop Hanna, il sacerdote caldeo iracheno rapito a Baghdad il 15 di agosto 2006 e liberato un mese dopo. A Copacabana hanno incontrato i giovani degli Stati Uniti e hanno unito le loro bandiere per inviare “ai loro rispettivi governanti un messaggio di pace”. La festa ha avuto inizio alle 15 ed è stata animata dai dj. Poi alle 18 improvvisamente la musica è cessata, le luci si sono spente e sul palco è apparso un enorme mappamondo con giovani vestiti di bianco che sventolavano bandiere colorate. Una coreografia trascinante che ha accompagnato con la musica dell’Emmanuel – inno della Gmg di Roma 2000 – la processione della Croce pellegrina e l’icona di Nostra Signora, simboli della Gmg. La messa presieduta dall’Arcivescovo di Rio si è conclusa con un saluto del card. Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio consiglio per i laici: “Il Signore ha in serbo per ciascuno di noi tante sorprese! Per tutti voi saranno giorni indimenticabili, giorni di importanti scoperte, giorni di scelte decisive per la vostra vita!”.
Il giorno dopo, mercoledì, Papa Francesco ha inaugurato a Rio de Janeiro un polo sanitario specializzato all’interno dell’ospedale “São Francisco de Assis na Providência de Deus”, nel popoloso quartiere di Tijuca. Un esempio concreto, sottolinea mons. Giovanni Battista Gandolfo, responsabile del Comitato per gli interventi caritativi a favore del terzo mondo, di come la Chiesa italiana utilizzi i fondi dell’8 per mille. La nuova sezione dell’ospedale inaugurata dal Papa è il “Polo di attenzione integrale alla salute mentale”, destinato soprattutto alla cura e al recupero dei giovani tossicodipendenti. A Rio il problema si è amplificato sensibilmente con la diffusione, a partire dal 2000, del “crack”, una sostanza che genera elevata dipendenza e istinti violenti, disinibendo i principali centri di controllo del sistema nervoso. Di conseguenza, spesso porta all’alienazione sociale o comunque a forme di psicosi.