La massa dei rifiuti rischia di sommergerci

Un pericolo dietro l'angolo

C’è un “giallo delle discariche” anche nella “verde” regione? Il sospetto c’è, e si tratta di qualcosa di più di un semplice sospetto, anche se neppure lontanamente paragonabile a quanto sta succedendo in Campania, regione relativamente alla quale si dovrà rivedere lo storico attributo di “felix”. Un paio di anni or sono gli organi d’informazione pubblicarono la notizia (mai ufficialmente smentita) che nei pressi di Fabro, a due passi dall’Autosole e dalla direttissima Firenze-Roma, era stata “costruita” una discarica che ospitava, con una certa regolarità, “rifiuti speciali” (di origine industriale ed ospedaliera) provenienti da altre regioni. Ma il problema del seppellimento dei rifiuti è serio, anche se non drammatico, un po’ in tutta l’Umbria. La maxidiscarica di Pietramelina, ad esempio, ha ormai fatto il pieno e, comunque, deve chiudere per legge entro il 2003. Si parla, a tale proposito, di “rivitalizzare” (si fa per dire!) quella di Borgo Giglione (Magione) sul versante est del Trasimeno, a pochi chilometri dalla discarica di Campo di Marte (versante nord del Lago) chiusa a suo tempo per “esaurimento”. E nel castellano, folignate, spoletino, ternano, come altrove, le popolazioni locali sono (sempre a stare alle cronache) in uno stato di preallarme che le immagini provenienti dal “paese do sole e do mmare” non contribuiscono certo a dissipare. Per non parlare del secondo inceneritore regionale, che appare necessario realizzare quanto prima ma che nessuno vuole fuori dall’uscio della propria abitazione. Due fatti sono, comunque, evidenti ed incontrovertibili. Il primo è che l’Umbria, con i suoi 850 mila abitanti distribuiti su di una superficie abbastanza vasta, non ha (almeno per qualche anno) problemi neppure lontanamente paragonabili a quelli di plaghe molto più densamente popolate. In secondo luogo c’è da domandarsi in quanto tempo si potrebbe giungere alla saturazione se la Regione dovesse diventare la pattumiera di altre zone d’Italia. Il vero problema non sta tanto – come è stato autorevolmente sottolineato – nell’accumulare in una parte piuttosto che in un’altra, quanto nel non accumulare. Ed allora ben vengano i processi di riciclaggio, di compostaggio di cogenerazione energetica e quant’altro. Ma subito perché domani potrebbe essere troppo tardi!

AUTORE: Giancarlo Scoccia