La marcia liberata

L’inventò Aldo Capitini, e subito assunse una connotazione ideologica e politica radicaleggiante. Parlo della Marcia della pace Perugia-Assisi. Figlio del campanaro del palazzo dei Priori, Capitini era cresciuto in un ambiente in cui si respirava la rabbia con la quale da un secolo e mezzo il Grifone affonda gli artigli nella Tiara. Il suo primo momento di notorietà l’ebbe quando avanzò pubblicamente a mons. Parente, sanguigno e transeunte arcivescovo di Perugia (ci rimase pochissimo, a titolo di trampolino di lancio verso il Santo Uffizio) la richiesta di essere “sbattezzato”, cioè cancellato da quei registri parrocchiali nei quali non aveva mai chiesto di essere iscritto.

Niente di strano, se è vero che anche oggi i cattolici radical/chique ci rimproverano di battezzare i bambini incoscienti, senza chiedere loro il permesso: dimenticando che, almeno dalle nostre parti, i suddetti vengono al mondo senza che nessuno abbia loro chiesto il nulla osta.

Mite e scrupoloso docente universitario, si dedicò senza riserve a far conoscere ed amare il pensiero di Gandhi e le tecniche della non violenza; e mise in borghese san Francesco d’Assisi, come voleva quella sua rigorosa laicità che un giorno sì e l’altro pure tracimava in laicismo. Una laicità in negativo, secondo la quale il pensiero dell’altro va sempre rispettato, e non anche (come vuole oggi la laicità in positivo) sintetizzato con il proprio, perché il mistero della vita è talmente grande che nessuna angolazione riesce ad coglierne la ricchezza in maniera esaustiva.

La Marcia della pace Perugia-Assisi fu sua figlia legittima, e fino alla maggiore età gli assomigliò come una goccia d’acqua. E il nostro mondo cattolico, che pure in fatto di pace era ed è abilitato a parlare come nessun altro, ebbe ragione a prenderne le distanze. Poi la fanciulla crebbe e diventò adulta. E oggi… L’anno scorso la Marcia, per un momento di preghiera dei credenti e di raccoglimento di tutti, fece sosta sul sagrato della Basilica di S. Maria degli Angeli, luogo accuratamente evitato negli anni dell’acidità; e gli applausi riservati al discorso del Papa furono pari a quelli riservati a Ciampi. Questo numero del giornale ti arriva proprio nel giorno che la Commissione Giustizia e pace della Conferenza episcopale umbra tiene a Perugia, nella sala Brugnoli di palazzo Cesaroni, un ‘incontro regionale di riflessione e confronto sul tema “l’impegno dell’Umbria per la pace”. Non averne più timore, anonimo compagno di fede, aderisci: la Marcia Perugia-Assisi ha avuto la stessa evoluzione della “Gerusalemme” del Tasso: prima “conquistata”, poi “liberata”.