La lingua dell’amore

Parola di Vescovo

Nel mondo intero in questi giorni si parla di san Valentino e degli innamorati, proprio perché san Valentino è un santo mondiale che insegna con la sua testimonianza, a tutte le generazioni, che l’amore è la cosa che più conta nella vita, insegna il valore unico dell’amore vero, fedele e forte, che genera pace e gioia. Persino nello Zambia, in Africa, si festeggia san Valentino, e lo stesso vescovo di Lusaka ha concelebrato con me la festa della Promessa per le duecento coppie di fidanzati arrivati a Terni da tutta Italia. Quello di san Valentino è un messaggio robusto, lontano da quelle sdolcinature che portano a rimanere soli con se stessi dopo le prime difficoltà. L’amore di Valentino è forte e rende bella la vita intera, è l’amore capace anche di perdonare, di far superare ostacoli che sembrano insuperabili. È l’amore che illumina le giornate anche nei momenti più difficili. Alle giovani coppie va insegnato il valore della famiglia che sappia educare robusti principi morali, superare fragilità e immaturità, stili di vita sani che non siano solo quelli in voga nella società contemporanea. L’amore di san Valentino parla una lingua compresa da tutti, ma oggi troppo spesso insidiata dalla mentalità corrente, insidiata da quell’istinto diffuso che porta a pensare più a se stessi che agli altri, più all’io che al noi. Se continuiamo a pensare solo a noi stessi, dimenticandoci di chi ci sta vicino, è come se il campo della vita si riempisse di erbe amare, facendo morire i fiori dell’amore e dell’amicizia. Vediamo crescere attorno a noi solitudine e violenza, anche dentro le stesse famiglie. Vediamo crescere la forza contraria all’amore e che è un istinto che abita dentro i nostri cuori. Per questo abbiamo tutti bisogno di apprendere e di praticare la lingua dell’amore. È una lingua molto diversa da quella che si parla normalmente nelle nostre città e nei nostri paesi. Eppure è l’unica che ci fa capire e dialogare pacificamente gli uni gli altri, è l’unica che ci unisce e che ci rende felici. L’amore vero è tenerezza per chi ci sta accanto, è passione per rendere il mondo più bello, è compassione per i più poveri e i più deboli, è alleanza per rendere il mondo più giusto e più pacifico. È urgente apprendere la lingua dell’amore, ossia per le persone, la lingua delle parole di amicizia, di interesse, di perdono, di esortazione, anche di rimprovero. Ma come apprendere questa lingua? Come edificare la casa sull’amore? Quante volte anche noi ci parliamo addosso, o parliamo solo per noi stessi, oppure siamo interessati solo alle nostre cose! La lingua dell’amore ci fa come uscire da noi stessi, ci apre gli occhi e il cuore e ci mette sulle labbra parole di amore. Guardiamo Gesù, che è l’uomo che ha parlato la lingua dell’amore meglio di tutti. La sua stessa nascita parla di amore. È venuto sulla terra per starci vicino, ma appena arrivato gli abbiamo sbattuto la porta in faccia. Lui non se n’è andato, ed ha accettato di nascere a Betlemme in una stalla, dove nascono solo gli animali, pur di starci accanto. E durante la vita ha fatto del bene a tutti, in particolare ai deboli e ai poveri, ai malati e a chiunque aveva bisogno. A quella donna che aveva avuto cinque mariti ha toccato il cuore. Alla Maddalena ha cambiato la vita. E poi la morte. Poteva fuggire, ma non lo fece e accettò anche la croce. Questa lingua dell’amore è quella di Gesù. Il grande libro del Vangelo non solo ci dona le parole dell’amore, quelle di Gesù, ma aggiunge anche la forza di dirle e di metterle in pratica.

AUTORE: Vincenzo Paglia