Per le elezioni politiche l’assegnazione dei seggi è fatta con il sistema del uninominale in base al quale viene eletto il candidato che riceve anche solo un voto in più rispetto agli altri. Sia per la Camera che per il Senato, però, è prevista l’assegnazione di una quota di seggi in proporzione ai voti ricevuti da ciascuna lista. Il meccanismo di calcolo è diverso ed infatti avremo per il Senato una sola scheda su cui si faranno i vari conteggi e per la Camera, invece, due schede: una per l’assegnazione dei seggi con sistema uninominale ed una per l’assegnazione secondo il sistema proporzionale. Proprio sui voti per la Camera si è scatenata la guerra delle “liste civetta” dichiarata e messa in campo dai due schieramenti di centro-destra e di centro-sinistra, una guerra in cui a rimetterci sono i partiti minori, quegli stessi che per i quali la rappresentanza dovrebbe essere garantita con l’assegnazione della quota proprozionale nella quale ai voti ricevuti da una lista viene fatta la “tara”, ovvero vengono sottratti (con conteggi piuttosto complicati che prendono il nome di ‘scorporo’) i voti ricevuti nel sistema uninominale nel quale la lista più forte ha già guadagnato il seggio. La “truffa”, il “furto di voti”, (così hanno definito le ‘liste civetta’ i partiti minori) per dirla in modo molto semplificato è un “escamotage” che consente di non perdere i voti dello “scorporo”. Come? Semplicemente usando, nei collegi uninominali, liste che nessuno voterà nel proporzionale. Le liste civetta le hanno presentate in tutta Italia le due coalizioni a sostegno di Berlusconi e di Rutelli. Per questo sulle schede per la Camera troveremo dei simboli che si somigliano ma che non sono quelli “veri” delle coalizioni.
La guerra delle “liste civetta”
AUTORE:
MariaRita Valli