Il 778° anniversario della fondazione dell’attuale centro abitato di Gualdo Tadino (il quinto per antichità dall’epoca umbra), ricorso il 30 aprile, è venuto quest’anno a coincidere con i festeggiamenti per l’Anno francescano gualdese, che si è aperto il 1° maggio con il 700° anniversario della consacrazione della chiesa di San Francesco. Ecco perché la festa ha assunto caratteri particolarmente solenni, sanciti dal patrocinio del ministero per le Attività culturali e il turismo.
Si è cominciato proprio il 30 aprile, alle 10.30 presso la chiesa di San Francesco, con una lezione del prof. Enzo Storelli, ispettore onorario ai Beni storici e artistici di Gualdo Tadino, su “Gli affreschi raffiguranti sant’Anna Metterza e il Volto santo di Luca, di Matteo da Gualdo”, recentemente restaurati dal Lions club di Gualdo e Nocera. Durante la lezione si è parlato anche del trecentesco coro ligneo, restaurato con il contributo dell’ente Giochi de le Porte.
È seguita la cerimonia di “consegna del cero”, con cui si ricorda che il colle di San Michele Arcangelo fu ceduto dal locale convento di San Benedetto al Comune di Gualdo per un canone annuo di 30 libbre di “buona cera”, con la successiva visita guidata alla chiesa, cui hanno preso parte alcuni alunni dell’istituto comprensivo di Gualdo Tadino.
L’apertura ufficiale dei festeggiamenti per la chiesa di San Francesco è stata segnata, invece, dalla concelebrazione eucaristica memoriale presieduta dal vescovo, mons. Domenico Sorrentino, alle ore 10 del 1° maggio, alla presenza del priore del Sacro Convento, padre Mauro Gambetti.
Una cerimonia più “in piccolo” rispetto a quella del 1315 alla quale – come raccontano le cronache – erano presenti i vescovi di ben sette diocesi (Cagli, Perugia, Jesi, Nocera Umbra, Assisi, Gubbio e Città di Castello). L’ha preceduta la lettura, da parte di Sergio Ponti , presidente dell’ente Giochi de le Porte, di una breve storia del francescanesimo a Gualdo e della costruzione dell’edificio, nella quale si è menzionato il famoso “lancio di pietre” con cui gli abitanti della Gualdo di allora (che poi fu distrutta dall’incendio del 1237) cacciarono inizialmente il giovane Francesco in predicazione. In seguito avrebbero però aderito al suo messaggio, dedicargli l’enorme edificio e divenendo “francescani” convinti.
“Una volta – ha ricordato mons. Sorrentino nell’omelia – non c’erano le chiese, e si evangelizzava a casa. Oggi che abbiamo chiese stupende come questa, dovremo ricominciare a rievangelizzare dalle nostre case!”.