La gratuità del perdono cristiano

Religioni e perdono

L’ansia del perdono attraversa tutta la storia dell’umanità. E’ infatti una dimensione della persona umana che coinvolge anche le comunità, il sentirsi in colpa di fronte alla divinità e interpretare come punizione di Dio o degli dei le vicende tristi e le disgrazie che colpiscono singoli o gruppi sociali, provocate dalla natura o da cause umane. Tutto viene attribuito ad una volontà superiore che giudica gli uomini secondo le loro opere. Per placare l’ira divina ed evitare che la giustizia si compia gli uomini sono ricorsi da sempre a penitenze. Le religioni di tutti i tempi e di tutti i paesi sono piene di questi riti. Senza entrare nel merito di interpretazioni di natura teologica e antropologica, né affrontare il confronto tra le varie forme di richiesta di perdono, da quelle più materialistiche nelle religioni primitive a quelle più interiorizzate come nel buddismo originario, si può considerare la differenza radicale con l’interpretazione cristiana del perdono.Nel cristianesimo è Dio che si muove a compassione del suo figlio e gli va incontro prima ancora che egli si renda conto del male che ha compiuto. Egli prepara e dona il perdono a tutti coloro che lo accolgono, senza un prezzo da pagare, perché il Padre, quello della parabola cosiddetta del ‘Figliol prodigo’, che si dovrebbe chiamare del Padre misericordioso, accoglie il peccatore e lo perdona senza nulla chiedere in cambio. Se c’è un prezzo da pagare perché l’ordine infranto sia ristabilito, la giustizia sia ricostituita, e per operare la distruzione radicale del male e dell’odio che lo ha provocato, questo prezzo il Padre lo ha pagato attraverso il suo Figlio che si è donato per amore sulla croce. Quando eravamo peccatori Egli ci ha amati e ci ha perdonati. Accogliere il dono di Dio ascoltando lo Spirito che dona fede e grazia, questo è ciò che viene richiesto al peccatore perché ottenga la riconciliazione con il Padre. Questo è ciò che intendeva san Francesco nella sua intuizione maturata nel perdono della Porziuncola. Non un nuovo mezzo di salvezza, né un’opera umana per poter ‘lucrare’ qualcosa di fronte a Dio. Forse sarebbe ora che almeno questo verbo scompaia dal vocabolario ecclesiastico, lasciando che il ‘lucro’ rimanga nell’ambito dei commerci umani. Il perdono ottenuto cambia la vita di una persona e la rende una nuova creatura. Allora, divenuta simile a Cristo, potrà, per grazia, diventare capace di perdonare coloro che l’hanno offesa. Come Gesù: Perdona loro che non sanno quello che fanno. A Pietro che domandava: quante volte dovrò perdonare ? Sette volte? No. Settanta volte sette, risponde Gesù. Siamo consapevoli di essere peccatori perdonati e resi capaci di perdono: Rimetti a noi i nostri debiti, come anche noi perdoniamo i nostri debitori.

AUTORE: E.B.