Il mercato delle acque minerali umbre è uno dei principali fra quelli italiani (con 17 acque commercializzate, l’Umbria ha una produzione che la colloca stabilmente attorno al 10 per cento di quella nazionale). Muove cifre da capogiro: i guadagni di chi ha una concessione per lo sfruttamento di una o più acque minerali sono elevatissimi. In Umbria, da oltre un secolo, per una prassi consuetudinaria, alle popolazioni residenti nel Comune dove si trovano le sorgenti di acqua minerale (eccezion fatta per la Sanfaustino di Massa Martana) viene permesso il prelievo gratuito alla fonte o nei pressi della fonte, con condotte e rubinetterie solitamente approntate e manutenute dalle stesse società che imbottigliano l’acqua minerale. Michel Drouin è uno dei coordinatori del comitato regionale Acqua bene comune: ‘Molto – afferma – è lasciato al buon senso delle società delle acque minerali e alla volontà dei Comuni che cercano, com’è ovvio, di avvantaggiare i cittadini residenti. E poi nessuna fontanella aperta al pubblico potrà mai compromettere guadagni miliardari: i concessionari delle acque non temono certo questo, anzi se ne avvantaggiano per curare la propria immagine a livello locale’. Nel tempo, la prassi è stata ‘fissata’ anche nella legge 48/87 della Regione Umbria, nella quale si prevede che ‘la Giunta regionale, su proposta del Comune e sentito il concessionario, può disporre, con il provvedimento di concessione, la collocazione di appositi erogatori di acqua fuori dagli stabilimenti’. Tutte le acque minerali – in accordo con la Regione e i Comuni – rispettano tale prassi consuetudinaria, tranne la Società idrologica umbra di Massa Martana, che imbottiglia l’acqua minerale Sanfaustino. ‘Da noi – afferma la concessionaria Carla Petrucci – non si è mai fatto. Noi paghiamo lo sfruttamento dell’acqua minerale, sia per quanto riguarda l’estensione della concessione, sia per l’acqua prelevata’. Naturalmente, come la signora Petrucci, anche tutti gli altri concessionari pagano regolarmente. Infatti la Regione Umbria ha posto dei contatori sul prelievo in ogni stabilimento che imbottiglia acqua minerale e fa pagare 1 euro per ogni metro cubo di acqua estratto. La signora Emanuela Tulli ha in concessione, a Sellano, lo sfruttamento dell’acqua minerale Tullia. ‘Mio nonno – racconta – scoprì la presenza dell’acqua minerale grazie ai suoi operai, che bevevano alla sorgente. Da allora, la mia famiglia mantiene una fontanella per la mescita al pubblico, che siano residenti o meno, aperta anche ai turisti. L’abbiamo attrezzata pure per il prelievo con le damigiane. A volte sono un po’ demoralizzata, perché viene danneggiata da persone incivili, ma io continuerò sempre a farla riparare, perché l’acqua è davvero di tutti e perché mio nonno così voleva’.
La fontanella dell’acqua fuori dallo stabilimento
Mercato di miliardi per le Acque minerali umbre
AUTORE:
Paolo Giovannelli