Caro Direttore, sono andata venerdì scorso, 11 aprile, ad ascoltare al palazzo della Penna la presentazione del libro Reincarnazione e cristianesimo, di Eden Bibi. Benché il titolo mi avesse posto delle domande – avrei preferito – “Reincarnazione o Risurrezione”, l’argomento mi sembrava interessante. L’età rispettabile dell’autore, la sua stanchezza – tradita dalla sua elocuzione – e le mie insicurezze interiori mi hanno portato, forse a torto, a non intervenire a caldo. Rimango dunque molto perplessa, per me, nella mia fede, e per le altre persone presenti. Infatti, Bibi si è presentato come “cristiano, cattolico, sottomesso al giudizio della Chiesa, pronto a chinarsi nel caso in cui il suo pensiero fosse dichiarato ‘eretico’”. Ha dichiarato che la sua tesi era appoggiata sulla Sacra scrittura e sul Catechismo della Chiesa cattolica e approvata anche da mons. Frattegiani come dal card. Mercier. Sono uscita di là con un sentimento di malessere generale: il discorso è stato infatti molto superficiale riguardo la conoscenza del tema, confuso, più volte contraddittorio. Qualche esempio di sue affermazioni: – “nel 1917, il Papa dichiara che tutte le rivelazioni personali vengono dal diavolo; adesso, il papa dice che tutte le rivelazioni di questo tipo possono essere pubblicate. Si vede che la chiesa evolve”. In conclusione: le rivelazioni private vengono equiparate da Bibi alle comunicazioni medianiche, gli spiriti dei circoli di spiritismo con le rivelazioni di Angela da Foligno. – “Ognuno di noi ha il suo carisma, come ogni popolo: Dio ha dato all’Occidente la scienza, e agli Arabi il petrolio”.- La persona viene definita una “manifestazione di energie complesse”. Una suora domanda: “in questo caso, dov’è l’essere, la persona, l”io'”? Risponde: “la personalità è unica e irrepetibile, però quando rinasce l’anima…”, “ma l’anima è immortale!” replica la suora. E Bibi insiste sul fatto che “muore l’anima, solo lo spirito dimora, di vita in vita, da cielo in cielo… fino al settimo cielo, come dice la Scrittura”. La Scrittura, quasi mai citata, viene riportata in modo che mi pare distorto. Ad esempio, “E’ bene per voi che me ne vada, vi manderò lo Spirito”… Questo spirito è colui che viene nelle comunicazioni medianiche”. Non mancano nemmeno le contraddizioni. “L’argomento che viene per primo contro la reincarnazione è il fatto che non ci ricordiamo. Questo si spiega dalla legge dell’oblio”. Poi, appena dopo: “Da una vita sull’altra, ci si riflette, si matura, si ricavano lezioni”.A una domanda sul posto che occupa la risurrezione nel pensiero dell’autore, Bibi non risponde. Insomma mi è sembrato che questo libro che pretende abbracciare il concetto di reincarnazione dal punto di vista “scientifico, filosofico, teologico, mistico e medianico”… mescola tutto. Se lei avesse il tempo di chiarirmi sull’incompatibilità fra reincarnazione e cristianesimo, le sarei tanto grata.D.L.PerugiaSapevo che il tema della “reincarnazione” era entrato di moda nel mondo occidentale in vari circoli filo orientali, insieme ad altre teorie neo induiste e derivate. Ed è anche risaputo che il tema della “reincarnazione” nel suo passaggio dalla cultura dell’oriente a quella dell’occidente ha trasmutato di valenza e cioè da legge deterministica negativa di rinascita legata al proprio karma a nuova chance offerta alla persona per rimediare agli errori della precedente esistenza e per perfezionarsi fino alla liberazione dalla catena delle rinascite.Le religioni orientali sono orientate a indicare ai propri fedeli le vie per sfuggire alla rinascita ed entrare nell’Atman eterno e beato o ‘nirvana’. Su questo tema si può a lungo riflettere e discutere, cercando soprattutto le ragioni che hanno indotto a elaborare questa dottrina, così antica e diffusa in tante popolazioni e affermata anche da illustri filosofi e maestri religiosi. Per quanto posso capire la ragione del successo di questa teoria deriva dal fatto che essa ritiene di spiegare la differente situazione in cui versano gli esseri umani sulla terra. Una spiegazione, a mio avviso semplicistica e banale, secondo la quale ognuno nella vita avrebbe quello che si è meritato nella precedente, per cui se si è felici e fortunati vuol dire che nella vita precedente si è stati buoni e se invece si è poveri, infelici e sfortunati, vuol dire che nella precedente vita si è stati cattivi e si sono commesse delle colpe. Questo modo di pensare, a mio avviso, è semplicemente orribile, perché è un giudizio assoluto sulla bontà o cattiveria degli uomini desunto in base alla loro condizione economica e sociale. Dalla teoria della reincarnazione deriva immediatamente la divisione della società in caste che, pur proibita nella costituzione indiana, rimane presente nella coscienza popolare. Come si vede il tema ci porterebbe lontano. Nessuna sorpresa pertanto che susciti studi e discussioni.La cosa che sorprende nella segnalazione da lei fatta è che una persona voglia impegnarsi a “battezzare” la reincarnazione come concezione compatibile con le fede cristiana. Anche qui si dovrebbe fare una lunga riflessione a partire dalla concezione del tempo che hanno i popoli dell’oriente, considerato ciclico, costituito da fasi o cicli che si ripetono, come avviene in natura.Il tempo biblico cristiano invece è rettilineo e va irreversibilmente verso un telos, come una freccia che va a colpire un bersaglio e non c’è la possibilità di tornare indietro e di ripetere, ma tutto è progressivo verso una pienezza dei singoli e del tutto . Cristo è l’alfa e l’omega, il principio e la fine (il fine) e in lui trova compimento ogni realtà creata, egli è il “pleroma” (compimento, pienezza). Ogni essere umano è unico e irripetibile (il singolo) chiamato per nome all’esistenza che si attua e si esaurisce nel tempo dato. C’è la possibilità della conversione, del perdono, della salvezza che viene da Dio. Se lasciato a se stesso l’uomo non si salverebbe per le sue opere neppure in mille esistenze successive. La persona umana è una realtà una e unica, anima e corpo insieme (corpo psiche e pneuma, come dice san Paolo), come un’unica realtà che muore come il chicco di grano e alla fine del tempo risorgerà. In attesa di questo compimento della pienezza della vita e della risurrezione l’anima umana (psiche e pneuma insieme, cioè l’io spirituale cosciente) si affida alla misericordia di Dio, che la giudica, la purifica e la accoglie. Parliamo di cose che riguardano il mistero di Dio e dell’esistenza umana, per cui diciamo parole inadeguate. Ma è in questa direzione che si svolge il cammino dell’intelligenza della fede secondo la rivelazione cristiana. La reincarnazione non ci appartiene, è solo frutto di confusione mentale.Se si vuole una conferma del magistero ecclesiastico, l’ultimo che conosco è un paragrafo della Lettera apostolica di Giovanni Paolo II Tertio millennio adveniente, dove si dice tra l’altro (numero 9 riportato qui a fianco): “La rivelazione cristiana esclude la reincarnazione e parla di un compimento che l’uomo è chiamato a realizzare nel corso di un’unica esistenza” .Per quanto riguarda mons. Frattegiani e il card. Mercier è sufficiente dire che essendo morti da tempo ed essendo due grandi campioni dell’ortodossia cattolica, sono usati a sproposito e anche in modo inopportuno, non potendosi difendere chiarendo e precisandoqualche frase tolta da un complesso ampio e articolato qual è ogni discorso teologico. D’altra parte tutti i teologi possono esprimere qualche apprezzamento positivo per la teoria della reincarnazione, considerandola un rudimentale ma sincero tentativo di non arrendersi alla morte e di affermare in qualche modo un superamento dei confini dell’esperienza esistenziale dell’individuo.
La fede nella resurrezione di Cristo esclude la reincarnazione
Risposta ad una lettrice che chiede: la reincarnazione è compatibile con la fede cristiana?
AUTORE:
don Elio Bromuri