“Dove vanno i treni della Fcu?” era il titolo di un articolo de La Voce del 4 febbraio scorso sulla Ferrovia centrale umbra, “una risorsa importante – avevamo scritto – ma ancora non pienamente sfruttata”. La domanda è ancora più che mai attuale alla luce delle ultime polemiche che hanno avuto grande risalto sui quotidiani locali: stazioni ristrutturate e poi abbandonate, il progetto del potenziamento del tratto Ponte San Giovanni – Perugia Sant’Anna che ogni tanto viene ritirato fuori ma che nei fatti resta nel cassetto, alcuni treni sostituiti da autobus perché nove motrici sono state messe a riposo. E poi le tante lamentele dei pendolari. In particolare si è fatta sentire forte la voce di Vannio Brozzi, l’ex amministratore unico della Fcu uscito di scena tra le polemiche alla vigilia della costituzione della nuova società regionale dei trasporti, l’Umbria Tpl Mobilità: “Mi sembra che vogliono farla morire” ha detto in sintesi in una intervista a La Nazione. Lui che l’anno scorso, dopo cinque anni, aveva sbattuto la porta dichiarando di non volere essere “usato” per assumere responsabilità che non “condivideva più”. “Al mio arrivo – aveva detto allora ai giornalisti – era un’azienda con circa due milioni di disavanzo e stazioni fatiscenti; oggi ha i conti in pareggio e stazioni rimesse a nuovo”. Alle ultime accuse di Brozzi ha risposto indirettamente il presidente di Umbria Mobilità Giovanni Moriconi con una conferenza stampa. La ferrovia – ha detto – “è un patrimonio fondamentale” della nuova società regionale dei trasporti, che oltre alla Fcu ha incorporato le altre aziende Apm, Atc e Sst. Un’azienda unica che ora ha 1.345 dipendenti tra Perugia, Terni e Spoleto, con una flotta di 734 autobus e 51 treni che trasportano complessivamente quasi 32 milioni di passeggeri all’anno. La situazione attuale della Fcu, secondo Moriconi, non è però quella descritta da Brozzi: c’è – ha detto – da rivedere l’intera struttura. Nove automotrici sono ferme perché c’è da cambiare i cerchioni troppo consumati. Per questo alcune corse vengono sostituite dagli autobus. Occorre riqualificare il materiale rotabile e squadre di tecnici stanno controllando i 157 chilometri di binari, da Sansepolcro a Terni. Sono in corso operazioni di manutenzione straordinaria con la sostituzione, ad esempio, delle traversine in legno nel tratto tra Acquasparta e Massa Martana, dove alle fine di gennaio c’è stato un incidente con sei passeggeri feriti. Incidente che non sarebbe dovuto ad un errore dei macchinisti ma ad un cedimento della struttura che sorregge i binari. E pensare – ha sottolineato Moriconi (altra frecciata a Brozzi, senza citarlo) – che la Fcu non è stata in grado di spendere 4 milioni di euro, finanziamenti inutilizzati che la Regione ha revocato nel 2009. C’è poi – ha detto ancora Moriconi – il problema delle stazioni ristrutturate ed ora abbandonate, in particolare quelle di San Martino in Campo e della Pallotta, nel tratto Ponte San Giovanni – Perugia Sant’Anna. Una linea, questa, per la quale negli ultimi tempi per l’ennesima volta si è parlato di un potenziamento per farla diventare una sorta di metropolitana, collegandola anche alla stazione del minimetrò al Pincetto e perfino con la zona nord dell’acropoli, quella attorno all’Università per Stranieri. Su questo progetto Moriconi è stato invece cauto: intanto – ha detto – c’è da sistemare i binari, mettere in sicurezza la galleria e completare l’elettrificazione. Poi si potrà pensare al raddoppio dei binari e ad altri programmi. Tra le urgenze ha indicato anche il potenziamento della Cesi – Terni e la manutenzione in corso di 15 chilometri tra la stessa Terni e Todi per la quale si stanno spendendo 4 milioni di euro. Cose concrete insomma; per i “sogni” (vedi un nuovo servizio tipo metropolitana a Perugia) meglio aspettare.
La Fcu, accusata, risponde
Ferrovia centrale umbra: la replica di Moriconi, presidente di Umbria mobilità, all’ex amministratore Brozzi
AUTORE:
Enzo Ferrini