La dignità del cristiano

In questo periodo fino a Pasqua nella nostra regione è tradizione che i parroci visitino le famiglie per quella che tradizionalmente viene chiamata la benedizione delle case. E’ un momento popolare ed ecclesiale molto significativo e ricorda tempi ormai lontani, soprattutto in campagna, dove la benedizione era accompagnata dall’offerta di uova e preparata con le grandi pulizie, dette di Pasqua, che volevano indicare la voglia di rinnovamento e di una festa celebrata con dignità anche da parte delle famiglie povere. I sacerdoti in segno di gratitudine portavano caramelle per i bambini e immagini sacre. In generale tutto è rimasto come prima, con qualche aggiustamento e semplificazione. Quest’anno in molte case i sacerdoti porteranno come ricordo e messaggio un piccolo opuscolo, ben confezionato tipograficamente, con immagini artistiche a colori e che porta il titolo: Riconosci cristiano la tua dignità. Il testo breve, corredato da brani biblici e preghiere, esprime un’idea quanto mai semplice ed attuale. Questa. Siamo in un tempo di pluralismo. Vi sono molte religioni, di cui si parla. Nelle scuole si fanno incontri con ebrei e musulmani, ad Assisi si è visto il 24 gennaio scorso accanto al Papa molti rappresentanti di tante confessioni e religioni diverse. Tutti si interessano ed hanno desiderio di sapere. L’attenzione dell’opinione pubblica è rivolta a quelli che sono “altri”, diversi da noi. Può sorgere la tentazione di stimare di più costoro fino al punto di dimenticare chi siamo, qual è la nostra religione e la nostra cultura. Oppure, al contrario, di disprezzare gli altri e rifiutarsi dal confronto e dal dialogo con loro. Per evitare tali inconvenienti è sembrato giusto e opportuno ricordare il doppio principio, quello del rispetto per tutti, per la loro libertà, per la dignità di ogni fede religiosa e quello del rispetto verso noi stessi, le nostre convinzioni, le nostre tradizioni. Il piccolo opuscolo in poche righe dice le ragioni di questi due atteggiamenti e soprattutto vuole indurre a pensare la propria identità culturale e religiosa in un ambito nuovo, quello della presenza delle diversità che possono costituire tensioni e sbandamenti, ma possono anche essere fonte di arricchimento e di stimolo per una ricerca sempre più approfondita del nostro essere cristiano. Nei tempi passati, quando la società era complessivamente e ufficialmente tutta cristiana, poteva essere implicito un atto di fede che rimandava a ciò che tutti credevano. Oggi la scelta religiosa deve essere motivata e suffragata da ragioni personali e convinzioni costruite con la riflessione e la ricerca interiore. Per questo, nei programmi della Chiesa è sempre più presente l’esigenza della formazione. Ed è per questo che i parroci che vanno nelle case per incontrare le famiglie preferiscono portare e lasciare un messaggio che possa aiutare la gente a farsi un’idea e formarsi una coscienza. E’ certamente insufficiente tutto ciò, ma è pur sempre un sasso gettato nello stagno e un invito a fare un cammino che potrà svilupparsi poi in altre sedi e in altri modi. La “dignità del cristiano” ri – scoperta e ri – apprezzata non è un titolo di “orgoglio confessionale”, né una risposta fondamentalista al fondamentalismo purtroppo diffuso in alcune religioni e culture. I laici e i religiosi di diversa fede non temano. Per il cristiano, che crede in un Dio che si è fatto uomo, l’uomo in quanto tale è già rivestito di una dignità che a nessuno è dato violare. Riscoprirla dentro di sé, pertanto, significa per il cristiano ricomprendere e rispettare gli altri senza rinnegare e disprezzare se stesso.

AUTORE: Elio Bromuri