La diga che sembrava crollata

Abat jour

Lunedì 24 novembre, sala dei Notari, manifestazione di protesta, Il Governo demolisce lo Stato sociale: l’Umbria dice no ai tagli. Vi ho preso parte anch’io, con un mio intervento critico per come l’Ente pubblico a sua volta stia demolendo in Umbria il privato sociale, cioè l’articolazione dello Stato sociale che nella mia Comunità di Capodarco ha in Umbria una sua densa espressione. Documentata e puntuale la relazione dell’assessore regionale Stufara. Molto stimolante quella del sindaco di Terni Raffaelli (il Comune di Taranto guida la classifica dei Comuni virtuosi, mentre la maglia nera è stata assegnata a Torino!). Di grande respiro politico e culturale le conclusioni dettate dalla presidente Lorenzetti.I dati sui tagli operati dal centrodestra sono veramente impressionanti. Come impressionante è stata la dichiarazione di Fiammetta Modena, che li ha negati, quei tagli, in blocco, affermando che il Governo ha solo spazzato via gli sprechi che impediscono alle somme trasferite da Roma al governo locale di ‘arrivare nelle tasche dei cittadini’; la monetizzazione del disagio è sempre stata la pecca precipua del liberalismo, che in queste tematiche si muove con la grazia di un elefante in un negozio di porcellane. Nella sala dei Notari la gente era troppo poca. Nemmeno l’ombra di un parlamentare di questo o di quel colore. La Lorenzetti ha detto: ‘Non ci illudiamo, su queste grandi battaglie per il sociale la gente non ci segue più!’. Già, perché i parlamentari, invece’A me prete è dispiaciuta soprattutto l’assenza del mondo cattolico. Siamo ancora allo scontro? Per primi gli illuministi francesi utilizzarono la parola solidarietà (meglio: l’aggettivo solidaire) come alternativa alla carità, che secondo loro non era ‘vero amore dell’uomo’, bensì solo amore di Dio truccato da amore dell’uomo. E proposero di sostituire la carità con la filantropia. Una sciocchezza cosmica. Non perché non possa esistere una fattiva benevolenza di taglio laico verso i poveri, ma ci vuole un fegato da bue maremmano per fare dell’agnosticismo la conditio sine qua non dell”opzione preferenziale per i poveri’. La Chiesa l’ha sempre predicata e praticata, l’art.3 della nostra Costituzione l’ha recepita grazie allo specifico contributo dei cattolici alla Costituente. Eppure tanto bastò perché noi cattolici evitassimo l’uso stesso della parola ‘solidarietà’: fino a Giovanni Paolo II essa ricorre nei documenti del Magistero 4 o 5 volte. Nelle encicliche di Giovanni Paolo II ricorre ventimila (20.000!) volte. Io m’ero detto: è crollata una diga. Ma oggi c’è forse in giro tra di noi chi tenta di ricostruirla? E a beneficio di chi?

AUTORE: A cura di don Angelo M. Fanucci