L’8 agosto, in concomitanza con l’inizio della XXIX edizione dei Giochi olimpici di Pechino, verrà lanciato da Assisi un nuovo e forte messaggio: diritti umani e valori sportivi quali strumenti di pace per le nazioni del mondo e per il Tibet. È un anno importante: è il sessantesimo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani. Questo è particolarmente sentito nella città serafica, poiché è sede di un Ufficio per il sostegno alle Nazioni Unite. La giornata inizierà alle ore 11 con un seminario sui diritti civili e sulla libertà di religione (sala della Conciliazione), dove interverrà anche mons. Domenico Sorrentino, vescovo della diocesi. A questo proposito, lo abbiamo intervistato. Qual è stato in passato ed oggi il ruolo del cristianesimo nel campo dei diritti umani? ‘Alla causa dei diritti umani il cristianesimo ha dato un contributo decisivo, innanzi tutto gettando luce sulla dignità della persona umana, e facendo di quest’ultima il fondamento dei diritti umani. Per il cristianesimo l’uomo riceve la sua dignità dall’essere stato fatto ad ‘immagine di Dio’. Questo vale per ciascuna persona umana, indipendentemente dalla sua condizione di vita fisica, sessuale, sociale, culturale, razziale o religiosa. Su questa base, si precisano i diritti, da quello alla vita, in ogni sua fase, ai diritti a ciò che rende la vita possibile e dignitosa, fino ai diritti alla partecipazione politica e alle legittime autonomie. Tra i principali diritti quello alla libertà religiosa’. Quale contributo darà la Chiesa locale a questa giornata dedicata ai diritti umani e al Tibet? ‘A parte questo contributo ideale, la Chiesa ha vissuto una storia concreta di promozione dei diritti umani: è la grande storia della carità, che è stata e rimane una risposta ai diritti fondamentali delle persone più povere, emarginate e dimenticate. Il servizio di san Francesco ai lebbrosi può essere esemplare. Certamente anche il cristianesimo, nel corso di duemila anni, ha subito condizionamenti e conosciuto incoerenze. Su alcuni punti, come i diritti politici, la Chiesa ha sviluppato i suoi atteggiamenti in dialogo con la coscienza sociale della modernità, spesso esercitando una funzione critica nei confronti di alcune rivendicazioni che si pongono al di fuori o ai limiti della norma morale. Ma in gran parte si può registrare una convergenza dell’etica cristiana con la coscienza dei diritti umani riconosciuti dalla coscienza universale, ad esempio, nella proclamazione che ne ha fatto l’Onu. Per questo, trattandosi oggi di proclamare e difendere i diritti del popolo tibetano, la Chiesa di Assisi è ben lieta di dare il proprio contributo di testimonianza perché la politica internazionale si faccia maggiormente carico di questo problema’.
La Chiesa difende il Tibet
Assisi. L'8 agosto è la giornata per i diritti umani. Intervista a mons. Sorrentino
AUTORE:
Ombretta Sonno