La causa degli ultimi

Passaggio di Bettona / Giustizia e pace in un incontro con don Benzi

Quale giustizia? Quale pace? Da queste inquietanti domande è iniziato l’incontro con don Oreste Benzi martedì 23 ottobre presso il teatro Excelsior a Passaggio di Bettona. L’attualissimo problema della giustizia che coinvolge il mondo intero è stato il motivo principale del dialogo, organizzato dalla parrocchia di Passaggio di Bettona, con il noto fondatore dell’associazione Papa Giovanni XXIII. Narrando la sua esperienza di sacerdote pellegrino per il mondo in aiuto dell’umanità ferita e oppressa, don Oreste ha affrontato i temi che oggi più che mai scuotono l’opinione pubblica e le coscienze di noi uomini occidentali.Dopo gli eventi dell’11 settembre accaduti a New York e il risentimento legittimo di una civiltà ferita, occorre riflettere seriamente sull’idea di giustizia e di pace. Don Oreste ha esordito citando la nota frase del profeta Isaia che dice: ‘Giustizia e pace si baceranno’, così ha affermato la necessità da parte di noi cristiani di offrire il perdono a chi ci ha offeso, occorre – ha detto – avere il coraggio di questo grande gesto di umanità che solo può mostrare al mondo intero la nostra identità cristiana.E’ importante e di grande significato che un popolo di fronte a simili ingiustizie sappia reagire non con le logiche umane ma con la sapienza di Dio. Non importa se offrire il perdono appare un gesto ridicolo ai più, quel che conta invece è il coraggio e l’audacia di mostrare la grandezza di un gesto che da Dio trae origine e forza. Di fronte a tale offerta – prosegue don Oreste – l’odio non può resistere, non trova più il motivo d’essere. Certo tutto ciò ha il sapore dell’utopia, in un momento politico dove nessuno delegittima l’intervento militare in corso, ma proprio questa grande scommessa don Oreste ha voluto offrirci con il suo incontro. Con franchezza evangelica, propria di chi ha fatto di Cristo la sua ragione di vita, ha passato in rassegna le più inquietanti situazioni sociali che affliggono il mondo e che reclamano giustizia a un occidente spesso troppo indifferente alle sofferenze dei più poveri. Sempre partendo dalla sua esperienza, attraverso la sua testimonianza, ha affrontato il problema delle persone oppresse che lui incontra nella sua attività di recupero, il problema della prostituzione e degli emarginati sociali, di chi non conta più niente come gli anziani, gli handicappati, ecc. Occorre – ha affermato – ridare una dignità a chi non ce l’ha più, fare in modo che coloro che si sentono abbandonati e perduti siano aiutati a riscoprire la grande dignità che Dio ha posto in loro, non però con parole ma offrendo loro la possibilità di cambiar vita in modo concreto attraverso autentici gesti d’amore. Così ha invitato tutti a tracciare nuove strade di giustizia, ad essere trasgressivi alla maniera di Gesù. I cristiani – ha detto – devono avere il coraggio di avere ragione ogni tanto. La rivoluzione cristiana poi ha una caratteristica tutta particolare: la paghiamo noi, non la facciamo pagare agli altri! L’incontro si è concluso tra i ringraziamenti e la soddisfazione di tutti e con l’invito che don Oreste ha fatto a tenere a cuore la causa degli ultimi e di chi nella vita è oppresso ingiustamente, a difendere chi nelle situazioni ci rimette sempre.

AUTORE: Ferdinando Cetorelli