A Foligno, tra via Umberto I e via Garibaldi, si snoda un vicolo dal nome suggestivo: via dei Monasteri. Qui, nel 1388, ebbe origine una fraternità di “donne di lodevole vita” per le quali fra’ Paoluccio Trinci, iniziatore del movimento dell’Osservanza francescana, ottenne un riconoscimento da parte dell’allora ministro generale Enrico Alfieri da Asti. Tra queste donne vi era la beata Angelina dei conti di Marsciano, insieme a sua cugina Cecca: da loro la comunità prese il nome di “monastero delle Contesse”, che compare nei documenti accanto a quello di “monastero di Sant’Anna”, oggi casa madre delle suore Terziarie Francescane della beata Angelina, un piccolo istituto di diritto pontificio.
La caratteristica principale vissuta dalle 26 “monache povere” di Foligno era quella di essere comunità aperta, ossia un gruppo di donne che volevano vivere nella preghiera, nella penitenza e nel servizio agli altri, senza vivere in clausura: per questo ottennero, nel 1403, il riconoscimento pontificio. Lo splendido monastero di Sant’Anna si arricchirà nel corso dei secoli di affreschi e opere d’arte a cui le suore affideranno il compito di comunicare la loro spiritualità. Da alcuni decenni il complesso conventuale è visitato da pellegrini provenienti da tutto il mondo, anche per la presenza, all’interno di esso, della casa-bottega del pittore Niccolò Alunno, edificio in parte ereditato e in parte acquistato dalle suore nel corso del Cinquecento. La ricchezza di tali opere artistiche rende possibile un fecondo apostolato. Infatti, partendo dall’illustrazione delle immagini, le suore hanno la possibilità di annunciare il Vangelo, di parlare della spiritualità francescana intessuta dei lineamenti dell’umiltà e carità di Cristo e di esporre il carisma proprio dell’istituto, caratterizzato dallo spirito penitenziale e filiale, dal senso di stupore e gratitudine, dall’evangelicità e verginità gioiosa, dallo spirito di orazione e devozione, dalla contemplazione di Cristo sposo, povero e umile sulla croce, dalla fraternità semplice e dalla prossimità umile, dall’annuncio della pace e del perdono. Per la comunità folignate, ulteriore occasione di testimonianza e di diffusione del Vangelo è l’ambito catechetico, che si esercita nei confronti sia dei bambini sia degli adulti che intraprendono il cammino di iniziazione cristiana.
A questo ambito si aggiungono l’animazione liturgica parrocchiale e l’accompagnamento spirituale dei giovani bisognosi di orientamento. Mensilmente, nella chiesa conventuale di Sant’Anna si svolge la preghiera di adorazione eucaristica vocazionale, guidata dal vescovo di Foligno, mons. Gualtiero Sigismondi, e animata dal Centro diocesano vocazioni. Non ultimi sono il ministero della prossimità fraterna ai malati, a cui le suore distribuiscono la Comunione, e l’accoglienza dei molti giovani che partecipano ai concorsi per il reclutamento nell’Esercito di Stato e sono ospiti della casa di ospitalità del monastero, funzionante dal Giubileo del 2000. Importante è stata in passato anche l’attività di insegnamento, che oggi si esplica soprattutto nelle fraternità del Brasile e del Madagascar.
Siamo infatti circa 80 religiose distribuite in 5 fraternità presenti in Italia, e dal 1975 siamo presenti in 4 fraternità del Brasile e da una decina di anni in Madagascar con due fraternità. Segno di comunione e di servizio amoroso alla Chiesa è la collaborazione fra le consorelle delle diverse comunità, tra cui quella di Assisi, ubicata di fronte alla basilica superiore di San Francesco. Nella città natale del Santo, le suore della beata Angelina si mettono a servizio dei giovani accompagnandoli per giornate di silenzio, spiritualità e fraternità in preparazione ai tempi liturgici forti (Pasqua, Natale), oppure accompagnandoli ai corsi di riscoperta della vita e vocazione cristiana tenuti dai Frati minori presso il loro Servizio di orientamento giovani. L’apostolato delle “figlie” di Angelina si concretizza oggi in una presenza amorosa e discreta presso i fratelli e le sorelle, come una volta era rivolto alle donne giovani o sole, vedove o partorienti, malate, moribonde del Medioevo. A laude di Cristo!