La caccia al tesoro

La mia mattinata di oggi è stata interamente occupata dalla caccia al tesoro. Dall’alba al momento di adesso, quando comincio a immettere corrente elettrica nei fili spelacchiati destinati un giorno a portarla alla mia pallente abat jour: 12 volt, niente scosse, per carità.

Beh… veramente, il tesoro era di poco valore (19 francobolli da 1,40 euro, per un totale di euro 26,60), ma la caccia è stata veramente impegnativa. Il salone delle Poste era pieno come l’arca di Noè: ho chiesto un foglietto di prenotazione alla macchinetta preposta a distribuirli e ho calcolato, foglietto in mano, che avrei potuto affacciarmi allo sportello tra le 13.15 e le 13.26. Allora ho fatto il giro delle tabaccherie. A piedi, perché il dottore mi consiglia di camminare un giorno sì e l’altro pure. Idea pessima. Mi sono ritrovato con le garognole a forma di cipolle lessate al vapore.

Due tabaccherie in corso Garibaldi, una in via della Repubblica, una in via Campo di Marte, una vicina al semaforo. A piedi. Niente da fare. Sono tornato alle Poste, mi sono seduto, ho dormicchiato anche, a rischio che il numero superiore al mio mi passasse avanti. A Dio piacendo, avevo sbagliato i calcoli: la fila è finita un’ora prima. Ma la caccia al tesoro è comunque durata poco meno di 4 ore.

Sono tornato a casa con l’intenzione di scrivere qualcosa sulla proposta avanzata timidamente (toh, ti-mi-da-men-te!) da Berlusconi, quella di candidarsi al Quirinale. Il pericolo di provarci, a parlarne, era reale. Sapete, anche io tengo famiglia, e se avessi scritto su quell’argomento avrei certo detto qualcosa di spiacevole per certi miei nepoti e nepotastri, berlusconiani inossidabili.

Ma a casa ho trovato qualcosa che ha monopolizzato la mia attenzione, il n. 3 di Umbria Migliore News. Oliviero Dottorini informa. Interessante, molto interessante. Intelligente, molto intelligente. Un esempio anche per il nostro settimanale? Credo, almeno come selezione degli argomenti.

Ma nemmeno su questo interessante e intelligente periodico troppo periodico ho trovato risposta a due domande che mi porto dentro da giorni. Prima domanda: è vero che in Umbria il 52% dei lavoratori sono, per un verso o per l’altro, dipendenti pubblici? Seconda domanda: è vero che di recente il numero dei dipendenti della Provincia di Perugia ha superato quello dei dipendenti della Regione Umbria?

Perché se queste due domande dovessero avere risposta affermativa… di che vogliamo parlare ancora, di aria fritta? Il da farsi è lì davanti a noi. Sono sacrileghi i bamboleggiamenti su una zattera che sta affondando. Va subito organizzata un’altra caccia al tesoro, stavolta seria.

Subito. Non domani. Subito. Oggi pomeriggio.

AUTORE: Angelo M. Fanucci

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