La preoccupazione che il sistema economico non regga e il timore della recessione fanno crescere nelle famiglie umbre la propensione al risparmio. Inoltre, secondo la presidente regionale di Codacons – Carla Falcinelli – ‘gli stipendi degli italiani hanno perso il 7 per cento del potere d’acquisto e l’ultima settimana del mese le famiglie contraggono gli acquisti rimandandoli al mese successivo’. ‘Da una rilevazione dell’Istat di settembre ‘ ha sottolineato Angelo Garofano dell’Adoc (Associazione per la tutela e l’orientamento dei consumatori) ‘ è emerso che per una famiglia umbra su cinque la situazione sta peggiorando. Inoltre dalle interviste è emerso che 12.700 famiglie umbre hanno difficoltà a pagare le bollette e ben 16.745 si sono dichiarate povere. In molti (11.800 famiglie) rinunciano ad acquistare capi di abbigliamento. Al terzo posto tra le difficoltà sono state segnalate le spese mediche, la scuola, i trasporti e le spese alimentari’. In questa corsa per arrivare a fine mese ‘c’è ‘ ha affermato Falcinelli ‘ la riscoperta di negozi che offrono la possibilità di spendere meno offendo prodotti di buona qualità’. E’ il caso degli hard discount adottati anche dagli umbri come cura per contrastare carovita e inflazione. Lo conferma anche Marco Letizia – direttore commerciale di EuroSpin, una delle più grandi catene italiane di discount presente anche nella nostra regione – secondo il quale ‘negli ultimi 12 mesi i clienti della catena di discount in Umbria sono aumentati del 10 per cento, mentre l’incremento di fatturato dei punti vendita è stato del 15 per cento. I dati ‘ ha affermato Letizia – confermano in pieno la tendenza nazionale’. ‘Per discount ‘ ha riferito l’esperto del settore distribuzione del Consorzio Iter di Confcommercio e dell’Università dei sapori di Perugia, Alfredo Renzetti ‘ s’intende una struttura con immagine spartana e con un assortimento poco ampio di prodotti messi in vendita a prezzi ridotti ( in alcuni casi, anche del 30- 40 per cento), offrendo prodotti di medio livello’. Secondo Renzetti infatti, ‘fino a poco tempo fa dai consumatori il discount era percepito come un punto di distribuzione che proponeva prodotti a basso costo ma anche di scarsa qualità, ora il rincaro dei prezzi ‘ ha annotato Renzetti – ha orientato le scelte verso questi punti di distribuzione, non solo, per acquistare detergenti e prodotti per la casa, ma anche prodotti alimentari, in particolare quelli sfusi, frutta e verdura’. L’inversione di rotta del consumatore che punta a salvaguardare il portafogli, è stata captata dai manager della distribuzione discount italiana ‘che ‘ ha spiegato Renzetti ‘ stanno inserendo nei negozi la vendita assistita nell’area dei prodotti freschi assumendo sempre di più l’aspetto di negozi di prossimità. Gli stranieri al contrario – è il caso di una catena tedesca che sta aprendo vari punti vendita in Umbria ‘ mantengono ancora la loro struttura originale. Inoltre tutti i discount si orientano verso prodotti a marchio proprio per valorizzare la propria identità nel consumatore’. La nuova tendenza dei consumatori, dettata dalla difficoltà delle famiglie a far quadrare i conti, è stata segnalata anche da altre associazioni di consumatori durante un incontro con la stampa per fare il punto sulla situazione dopo lo sciopero degli acquisti del 16 settembre. ‘La tendenza al risparmio delle famiglie si può anche notare dall’aumento di clientela degli hard discount ‘ ha detto Rodolfo La Sala di Adiconsum ‘ Basta guardare i parcheggi di questi supermercati per capire subito la situazione: sono pieni di auto perché i prezzi sono competivi. Del resto ‘ ha detto La Sala ‘ i risultati dello sciopero del 16 settembre non sono stati lusinghieri, siamo riusciti ad ottenere il blocco di alcune tariffe ma non basta’. La poca chiarezza sul perché dei rincari intanto produce negli umbri un forte senso d’insicurezza.
La borsa stringe e gli umbri cercano il ‘forte sconto’
Le associazioni dei consumatori avvertono: crece il senso di povertà
AUTORE:
Ida Gentile