Sono passati più di 6 anni da quando nel luglio 2013 Papa Francesco nella sua visita a Lampedusa aveva denunciato la “globalizzazione della indifferenza. Ci siamo abituati alla sofferenza dell’altro – aveva detto- non ci riguarda, non ci interessa, non è affare nostro!”.
Da allora i “barconi della morte”, nonostante le ripetute esortazioni del Papa, non si sono fermati ma anche in Umbria ci sono associazioni e persone che si stanno mobilitando contro quella “globalizzazione della indifferenza”.
Con la campagna nazionale “#IoAccolgo”, su iniziativa di un ampio fronte di ben 44 organizzazioni della società civile, enti e sindacati, per “dare una risposta forte e unitaria alle politiche sempre più restrittive nei confronti dei richiedenti asilo e dei migranti”.
Anche nella nostra regione si è costituito il “Comitato Io Accolgo Umbria” al quale hanno aderito più di 20 associazioni.
Domenica 8 dicembre davanti alle cattedrali della nostra regione verranno distribuiti volantini e ci sarà una raccolta di firme su un un appello al Parlamento ed al Governo per mettere fine “ad una politica delle migrazioni ingannevole epriva di ogni pietà”.
Le richieste
In particolare si chiede di reintrodurre il permesso di soggiorno per motivi umanitari e la residenza anagrafica per i richiedenti asilo; riaprire l’accesso dei richiedenti asilo al sistema di accoglienza diffusa gestito dai Comuni; di intervenire per evitare altri morti in mare e per non lasciare le persone per settimane sulle navi; lo stop ai respingimenti in Libia e l’annullamento degli accordi con questo paese.
DOVE E QUANDO. Le otto piazze della raccolta delle firme
L’ 8 dicembre la raccolta firme avrà luogo innanzi alle Cattedrali umbre, più precisamente nelle seguenti piazze.
– Assisi: piazza della basilica di San Francesco e piazza San Rufino;
– Perugia: piazza IV Novembre;
– Terni: piazza Duomo;
– Città di Castello: piazza della cattedrale;
– Todi: piazza del Popolo;
– Foligno: piazza della Repubblica; –Gubbio: tra Piazza dei Quaranta Martiri e piazza della chiesa di San Giovanni Battista;
– Spoleto: piazza davanti al Duomo.
“Quella di domenica – spiega Vincenzo Sorrentino , docente di Filosofia politica all’Università di Perugia – è una prima iniziativa che intende rivolgersi in particolare al mondo cattolico e che sarà seguita da altre per coinvolgere altri ambienti, come ad esempio le scuole”. Sorrentino è uno dei 4 coordinatori del Comitato umbro con Stella Cerasa, Nadine Innocenzi ed Alessandro Lucibello.
“Lo scopo dei volantinaggi – continua – è quello di sensibilizzare i cittadini sugli effetti deleteri dei decreti sicurezza e, con le firme, raccogliere adesioni a questa nostra denuncia per poi procedere a livello nazionale ad iniziative concrete, ad esempio proposte di legge, per convincere Parlamento e Governo a cancellare misure che sono disumane e che violano la nostra Costituzione e convenzioni internazionali”.
“La grande menzogna”
“Di fronte a quella che il Papa ha definito la più grande tragedia dopo quella della Seconda Guerra Mondiale – si legge nei volantini – molti, troppi, stanno voltando lo sguardo da un’altra parte. Come il sacerdote e il levita della parabola del buon Samaritano.
Ormai la principale preoccupazione è di fermare i flussi migratori, anche se questo significa condannare centinaia di migliaia di persone alle sistematiche violenze dei lager libici o a viaggi sempre più pericolosi in cui aumenta il rischio di morire. Negli ultimi tempi siamo arrivati a negare non solo l’accoglienza, ma persino il soccorso in mare.
Provvedimenti disumani, come quelli che chiediamo di abrogare, sono stati adottati sulla base di una grande menzogna: che quello dei migranti sia il principale problema della società italiana. In questo modo vengono nascoste le vere cause politiche ed economiche delle difficoltà che si trovano ad affrontare milioni di italiani”.
Migranti “abbandonati per strada” e migliaia di posti di lavoro cancellati
Con l’abrogazione del permesso di soggiorno per motivi umanitari – sottolinea il manifesto nazionale della campagna “decine di migliaia di persone sono condannate all’emarginazione e allo sfruttamento”. I richiedenti asilo non vengono più iscritti all’anagrafe e così non possono avere un lavoro regolare ed accedere ai servizi “contribuendo a ostacolare l’inclusione sociale e il raggiungimento dell’autonomia”.
Con le nuove norme i richiedenti asilo possono essere ammessi solo nei Cas “strutture prefettizie spesso di grandi dimensioni e prive di servizi fondamentali come i corsi di italiano, l’orientamento lavorativo e la mediazione interculturale”. Con “il progressivo smantellamento del sistema di accoglienza” non solo migliaia di migranti sono stati “abbandonati per strada” ma ci sono anche migliaia di operatori che hanno perso il lavoro.
I divieti per le navi impegnati nei salvataggi continua il manifesto – hanno contribuito ad aumentare i morti in mare mentre “i migranti riportati forzatamente in Libia vengono sistematicamente rinchiusi nei centri di detenzione, in condizioni disumane, e sottoposti a torture, stupri e violenze”.
Enzo Ferrini