di Tonio Dell’Olio*
Del quinto anniversario del rapimento di padre Paolo Dall’Oglio si è scritto. Almeno su social e giornali e siti specializzati si è scritto. Si è detto dell’esperienza ecumenica e interreligiosa del monastero di Mar Mussa riaperto in Siria e delle ultime rivelazioni circa il suo rapimento, della sua capacità di mediazione e della generosità.
Avendo goduto della sua amicizia, posso dire che Paolo è un uomo aperto, disponibile, attento, scrupoloso e appassionato. Esattamente il contrario di banale e superficiale. Niente nelle sue scelte è mai stato frutto di improvvisazione. Tutto quello che ha messo in cantiere è per promuovere il dialogo, l’incontro, la comprensione, l’accoglienza… in una parola sola: la pace.
Per questo dovremmo avere il coraggio di far conoscere la figura e la testimonianza di padre Dall’Oglio soprattutto in questo tempo lacerato dalle falsità e dall’odio, dalla negazione dell’altro e dall’esaltazione del proprio meschino metro quadro di identità incerta. Paolo ci ricorda quell’impresa grandiosa in cui si cimentano tutti coloro che, avendo conosciuto il Cristo vero uomo, crescono nella loro stessa umanità.
*presidente della Pro Civitate Christiana – Assisi