Un incontro suggestivo, dai toni profondamente spirituali, quello di sabato 5 maggio con il prof. Luigi Alici, nel sala delle conferenze del Museo del duomo di Città di Castello. Organizzato dalla cooperativa ‘Il Sicomoro’ e dall’Ufficio diocesano per i problemi sociali, del lavoro, della giustizia e della pace, l’incontro invitava Alici, presidente nazionale dell’Azione cattolica nonché docente di filosofia presso l’Università di Macerata, a tenere una conferenza su ‘La dignità dell’uomo e pluralismo delle culture’, argomentando alcune riflessione a partire dalla lettura del volume di Angelo Capecci Il pregiudizio storico’. Prima di cena, il relatore ha espresso la sua soddisfazione per il corso di formazione di dottrina sociale cristiana ‘Agorà’, condividendone contenuti e finalità che si riallacciano apertamente al IV Convegno ecclesiale di Verona. In seguito, parlando dell’impegno etico e professionale dei cattolici nel sociale, il presidente dell’Ac ha detto di ‘mantenere la comunione ecclesiale al di sopra del bipolarismo politico’, rinvenendo tracce e linee guida dell’operato umano in quel tessuto sociale e sacramentale della Chiesa che è antecedente ad ogni schieramento partitico. Nella conferenza serale, moderata dal direttore dell’Ufficio per i problemi sociali, Massimiliano Marianelli, Alici ha constato la ‘complessità e la vitalità della nostra società’, anche se tali caratteristiche si possono rintracciare anche ‘nella universalità evangelica e nel pluralismo delle culture fra IV e V secolo’, riferendosi ovviamente allo scontro tra paganesimo e cristianesimo culminato nel De civitate Dei di Agostino. Eppure, nel mondo contemporaneo, il dibattito sul multiculturalismo ‘si arricchisce di cinque elementi di novità’. In primo luogo, osserva il professore, ‘nella nostra epoca si è avvertito sempre più forte la consapevolezza che la ratio degli illuministi è stata troppo umiliata in senso nichilistico’, con la pessima conclusione per cui abbiamo ‘il massimo di potere intorno ai mezzi, pagando il minimo di sapere sugli scopi’, non riconoscendo più la ‘differenza tra natura e cultura’. La crisi dei legami sociali, seconda novità, si traduce in ‘società ormai troppo opzionali’ in quanto, seguendo l’argomentazione di un pensatore politico come Ralf Dahrendorf, diminuendo i temi ‘legatori’ su cui non è possibile discutere, aumentano di contro i temi ‘opzionali’ per i quali ogni decisione può essere validamente adottata. In terzo luogo, argomenta il presidente dell’Ac, il ‘pluralismo culturale’ è soppiantato da un più ristretto e ambiguo ‘multiculturalismo’ che, abbracciando la più asettica ‘indifferenza’ coincidente con il ‘relativismo’, non riesce a percepire la diversità e la peculiarità delle diverse culture e non riesce neppure a ‘pervenire a un ampio accordo sulla dignità dell’uomo’. I rapporti interpersonali, quarto punto, sono caratterizzati da una ‘velocità emozionale’ e da una ‘manutenzione utilitaristica’, senza far sintesi per raggiungera ‘una vera autenticità, a una autentica storia’, complice anche ‘la schizofrenia che si è andata a formare tra etica privata ed etica pubblica’. L’ultimo elemento di novità, secondo Alici, appartiene al ‘dibattito sulla società post-secolare’. Lo Stato deve essere ‘imparziale’, non ‘indifferente’ ai valori della società, e la ricerca di questi valori non può prescindere dall’uso della ragione. Occorre ritrovare il luogo di un accordo che permetta di armonizzare il pluralismo culturale, salvaguardando le diversità. Ciò è possibile ridando valore alla dignità dell’uomo; qui è necessario trovare lo stesso accordo su valori non negoziabili attraverso testimonianza e riconoscimento, ma anche attraverso la ricerca di un non-negoziabile di cui si dà ragione argomentativamente.
Incontro con il presidente di Ac Luigi Alici
Al museo del Duomo si parlato di 'Dignità dell'uomo e pluralismo delle culture'
AUTORE:
Saverio Freddi