Incontro agli ultimi

Caritas diocesana. Sette incontri a tema, e si comincia dal carcere

Oltre ai momenti “forti” dell’anno liturgico quali l'”Avvento di fraternità”e la “Quaresima di carità”, sempre caratterizzati da iniziative concrete di sensibilizzazione e da incontri e veglie di preghiera, la Caritas diocesana propone, in questo anno pastorale, sette incontri denominati “Le 7 opere di misericordia”, ognuno dei quali interesserà una specifica realtà sociale presente nelle sette Zone pastorali dell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve. Il primo di questi è sulla nuova realtà carceraria perugina di Capanne, dedicato al tema “Il carcere: guardando oltre le mura”. L’iniziativa si terrà all’interno della nuova struttura detentiva, venerdì 19 novembre a partire dalle ore 15 con una visita guidata, alla quale seguirà un incontro-dibattito, il cui obiettivo è quello di far conoscere ed avvicinare la gente a quella realtà e come le comunità parrocchiali possono intervenire al suo interno. Prenderanno parte all’incontro Bernardina Di Mario, direttrice del Carcere, Antonio Sedis, comandante della Polizia penitenziaria di Perugia, Tiziana Quintarelli, educatrice presso il Carcere, l’arcivescovo mons. Giuseppe Chiaretti, don Lucio Gatti ed alcuni operatori e volontari Caritas che operano nella realtà carceraria perugina. La Caritas diocesana per dare concretezza ai suoi buoni propositi di inizio anno pastorale, dedicato al “volto missionario della parrocchia in un mondo che cambia”, ha inteso promuovere questi incontri di riflessione a livello territoriale con lo scopo di far conoscere più a fondo e, quindi, di sensibilizzare le comunità locali su problemi che stanno diventando delle emergenze quotidiane: dai carcerati emarginati ai giovani in difficoltà, dalle povertà vecchie e nuove che affiorano ai centri di ascolto al consumismo e individualismo sempre più dominanti nella società, dai malati e disagiati psichici agli anziani soli, dalle famiglie in crisi ai minori abbandonati. Don Lucio Gatti, direttore della Caritas diocesana, nell’annunciare le iniziative, ha ribadito che “quando l’uomo perde Dio perde anche la capacità di saper portare pesi e responsabilità. È questo ciò che caratterizza nelle varie Caritas lo scoraggiamento, lo scollegamento, il fermarsi soltanto ai pacchi viveri, ai panni usati, … C’è la necessità di ripartire dalle radici della fede, per essere uomini di carità, non solo alla Caritas, ma in ogni momento della vita”.

AUTORE: R.L.