La crisi economica in Umbria. È passata? No, sì, forse. Per quanto riguarda l’Italia, il Governo ‘ che fa il suo ruolo ‘ è ottimista. Ma in tanti, ancora, non si sbilanciano. Una crisi esplosa come finanziaria, che ha poi provocato complicazioni nell’economia reale, non va via come un semplice raffreddore. E le difficoltà di erogare credito da parte delle banche intimidisce fortemente la ripresa. La Voce ha chiesto al presidente di Confindustria Perugia, Antonio Campanile, di avanzare un’analisi sullo stato dell’arte. In attesa dell’autunno, quando si saprà la verità: ovvero se la gente riprenderà a consumare o no, che è la cosa che conta. Il compito chiesto a Campanile è difficile: nessuno ha la sfera di cristallo per leggere il futuro. ‘I segnali di stabilizzazione della produzione industriale – esordisce il presidente della Confindustria perugina – non hanno fatto registrare un’evoluzione in direzione di una vera ripresa della crescita. I livelli produttivi rimangono stagnanti e sono inferiori, mediamente, del 25-30 per cento rispetto a quelli corrispondenti dello scorso anno’. Poi una nota di speranza: ‘Però, pur non parlando di vera ripresa, almeno possiamo affermare che la caduta è finita’. Le banche: poco credito alle impreseIn Italia, l’attività manifatturiera si è stabilizzata, ma i livelli produttivi sono ancora molto bassi. Secondo Confindustria, nel giugno scorso, la produzione è cresciuta dello 0,6 per cento rispetto a maggio. L’Istat, a maggio, ha rilevato una percentuale nazionale relativa agli ordini del + 0,4 per cento. ‘In Umbria, dai nostri imprenditori associati – spiega Campanile -, riceviamo soprattutto segnali di recupero rispetto al drammatico crollo degli ordinativi dei mesi scorsi. Ma i livelli di produzione sono ancora lontani rispetto a quelli del 2008’. ‘Tutti i settori industriali, più marcatamente quelli dell’edilizia e del mondo dell’automobile – precisa – risentono tuttora delle ricadute economiche innescate dalla crisi finanziaria internazionale, nonché dalla restrizione e, soprattutto, dall’aggravamento delle condizioni per l’accesso al credito’. Insomma: la contrazione c’è e si sente. Le banche, che fino a ieri speculavano ‘allegramente’, adesso hanno ‘il braccino corto’ nell’erogare alle imprese quei finanziamenti indispensabili, anche a quelle imprese (virtuose) che avevano investito ben prima dell’inizio della crisi finanziaria ed economica. A Perugia meno cassa integrazione ordinariaCome si stanno barcamenando le imprese italiane ed umbre nell’attesa del tanto fatidico settembre, che ‘ si spera – dovrebbe essere il primo mese della ripresa economica? In queste settimane estive le imprese ricorrono alle ferie per rallentare la produzione senza far ricorso agli ammortizzatori sociali. Ammortizzatori a cui si è fatto ricorso, nei mesi scorsi, attraverso la cassa integrazione. ‘È da rilevare – osserva infatti Campanile – l’impegno delle imprese umbre per ridurre l’impatto delle difficoltà produttive sul piano dell’occupazione attraverso un consistente utilizzo degli ammortizzatori sociali’. ‘A livello nazionale – prosegue il presidente di Confindustria Perugia -, per la prima volta nel giugno 2009, il ricorso alla cassa integrazione ordinaria ha fatto registrare una riduzione della richiesta di interventi dell’11,5 per cento rispetto al precedente mese di maggio. In Umbria la riduzione è stata più sensibile, con un calo in giugno del 61,57 per cento rispetto a maggio, il miglior dato tra le regioni dell’Italia centrale. A Perugia la riduzione è stata del 72 per cento, contro il 22 per cento registrato nel Ternano’. Umbria, nuovo fondo Fidindustria-RegioneA livello nazionale, Governo, Abi e Confindustria starebbero per concordare una moratoria sulle scadenze dei mutui contratti con il sistema bancario. La presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, invoca pure la temporanea sospensione dell’accordo di Basilea 2, per consentire più flessibilità alle banche nella concessione dei finanziamenti alle imprese. A livello locale, al fine di contrastare la contrazione del credito, Fidindustria Umbria, il consorzio di garanzia fidi di Confindustria Umbria, ha quasi raddoppiato – nel primo semestre del 2009, rispetto al 2008 – le garanzie a sostegno dei finanziamenti alle imprese, sia per le attività correnti, sia d’investimento. Inoltre c’è stato un recente accordo – fra la Regione Umbria, la Confindustria e le Casse del Centro ‘ per favorire l’accesso al credito delle piccole e medie imprese di fronte alla crisi che ancora c’è. Il nuovo fondo, pari a 500 mila euro, è stato costituito ‘alla pari’ tra Fidindustria e la finanziaria della Regione Umbria, Gepafin. Tale impegno, attraverso l’azione di una forte leva finanziaria, dovrebbe garantire fino a 15 milioni di euro di nuovi finanziamenti.
In trepidante attesa della ripresa
'Il peggio della crisi è passato' afferma il Governo nazionale. E le aziende umbre? Ne parliamo con Campanile, presidente di Confindustria Perugia
AUTORE:
Paolo Giovannelli