In tempi e modi diversi ha vissuto il puro Vangelo

L'Ac alla tomba di Carlo Carretto

Una pietra grigia lievemente inclinata sul prato verde indica la tomba di fratel Carlo Carretto nel punto più alto del cimitero di Spello. Accanto un ulivo frondoso mosso dal vento, e silenzio, tanto silenzio. Nudità assoluta, secondo la regola dei Piccoli Fratelli di Gesù, dettata dal fondatore Charles De Foucauld.

Carlo Carretto, presidente nazionale della Giac (Gioventù italiana Azione cattolica) dal 1946 al 1952, ha guidato l’Associazione nel momento difficile dell’immediato dopoguerra. Piemontese di ferro, uomo di scuola, Carretto ha guardato ai giovani con attenzione e rispetto, li ha formati, istruiti, entusiasmati. Autori come Maritain, Mounier, Bernanos, erano oggetto di approfondimento, La Pira, Lercaro, Mazzolari, Dossetti venivano offerti come modelli da imitare. È stato un trascinatore, un leader ricco di carisma: i giovani, d’accordo con la sua visione di Azione cattolica fuori dalla politica e più spirituale, lo hanno seguito fino in fondo in questa battaglia di revisione dell’associazione sul piano interiore, di rottura senza compromessi con un mondo che “dichiara di difendere il Vangelo ma lo rifiuta nella vita quotidiana”.

A distanza di anni una profezia. L’Azione cattolica italiana, sabato 2 agosto gli ha reso omaggio con un pellegrinaggio alla sua tomba. Il Campo scuola nazionale adulti e famiglie 2003 che si è svolto in Umbria a Bagni di Nocera dal 30 luglio al 4 agosto, ha colto l’occasione della poca distanza e inserito nel fittissimo programma anche questa visita. Rodolfo Venditti, Enrico Gastaldi e don Giovanni Carri, che lo hanno avuto come maestro ed educatore hanno reso testimonianza. “Ci ha trasmesso un grande valore – hanno ricordato – la libertà dai condizionamenti, dal peccato, dall’attivismo ad ogni costo;- ci ha presi per mano per condurci a ritroso verso la sorgente, alla ricerca dell’essenziale. E l’essenziale è Dio”.

Carlo Carretto nel 1954 ha vestito il saio e seguito le orme di padre Charles De Foucauld nel deserto di El Abiod Sidi SceiK. Dopo 10 anni di deserto si ritira a Spello, nell’eremo umbro ai piedi del Subasio. E qui nel giorno del Perdono di Assisi, i 200 delegati dell’Azione cattolica italiana sono saliti al calar del sole, per sentire ancora il suo messaggio: ‘Ciò che conta è amare, e amare vuol dire accettare la volontà di Dio”.

AUTORE: Angelina Gravina