È la terza missione dopo quella del 1985 con i padri del Preziosissimo Sangue e quella del 1996, francescana, nella cornice grandiosa del centenario della chiesa di San Giovanni Battista. Rileggendo gli articoli pubblicati su La Voce e le relazioni lasciate dai missionari con le proposte per “un rinnovamento all’interno della parrocchia, rispondente agli insegnamenti della Chiesa” si rileva con piacere che passi avanti se ne son fatti in questi 17 anni, tante cose sono cambiate in meglio, ma ancora resta molto da fare.
La missione 2013, che si è aperta in un clima di gioia e di solennità mercoledì 10 aprile, lascia ben sperare sulla partecipazione massiccia del popolo, preparato a lasciarsi travolgere dalla carica rumorosa e irresistibile di 34 tra frati, suore e laici che raggiungeranno tutti, specialmente coloro che pensano di aver chiuso i conti con Dio. La cerimonia del mandato: uno spettacolo di fede e di luce, una coreografia impeccabile, con i carabinieri in alta uniforme diritti ai piedi dell’altare, le autorità civili e militari con gli stendardi, la confraternita delle Misericordie e una chiesa gremita fino alla piazza.
Ad officiare la liturgia due vescovi: mons. Gualtiero Bassetti della diocesi di Perugia e mons. Benedetto Tuzia della diocesi di Orvieto-Todi; due parroci: don Giuseppe Ricci e don Giuseppe Granieri (la missione è interparrocchiale, comprende anche la comunità di Ammeto) e poi i sacerdoti della zona, i diaconi, i ministranti, la folta squadra dei missionari in doppia fila intorno all’abside e un coro giovane e robusto diretto da Flavia Battistoni, che ha animato la celebrazione.
Il benvenuto rivolto da don Ricci ai Vescovi, il grazie al Sindaco e agli animatori per la disponibilità e l’impegno, tutto con il doveroso omaggio e con l’auspicio che si aprano le porte a Cristo che bussa: “Missione è revisionare lo spessore della fede, è verificarne l’identità”.
Suggestiva la cerimonia del mandato: l’arcivescovo Bassetti ha consegnato, anzi messo al collo del frati dopo averlo benedetto, il Tau, la croce di legno legata ad un cordoncino marrone. È il simbolo di salvezza adottato da san Francesco per benedire i discepoli, è una lettera dell’alfabeto greco ed ebraico, è il segno sulla fronte descritto da Ezechiele.
I fraticelli ad uno ad uno sono ritornati alle panche, il coro li ha accompagnati con il canto francescano Signore, fa’ di me uno strumento della tua pace… La missione è entrata nel vivo. Si parte con gli auguri dei due Vescovi: ai missionari di inondare di grazia le case e le piazze: “Benedetti i piedi di coloro che andranno ad annunciare il Vangelo …”; al popolo, di accompagnarli con la loro fervente preghiera.