In cammino dietro il Maestro nella sua terra

Dopo il pellegrinaggio del vicariato di Assisi, 48 persone, con elementi provenienti anche da altre parrocchie, il 5 aprile è partito il primo pellegrinaggio diocesano in Terra santa. Eravamo in trenta: il Vescovo, due sacerdoti, tre suore e fedeli laici. Sosta al Carmelo e affidamento alla Madre di Dio, quindi Nazareth ove abbiamo celebrato davanti alla casa della Sacra Famiglia, centro del mondo e della storia. Dopo la visita al Tabor, a Cana di Galilea i coniugi hanno rinnovato gli impegni coniugali. Alle sorgenti del Giordano, abbiamo rinnovato le nostre promesse battesimali. A Tabga ci ha accompagnato la meditazione sulla moltiplicazione dei pani. Al monte delle Beatitudini è risuonata in modo nuovo e avvincente la magna charta del popolo di Dio, mentre sul battello suor Vincenzina ha rinnovato il suo sì al Signore, nel 25° di vita religiosa. A Cafarnao, Gesù ci ha ricordato il pane della vita eterna. A Gerico, il monte della Quarantena ci ha riportati alla lotta contro il male che distoglie dalle vie di Dio, mentre Zaccheo e Bartimeo ci hanno invitati a camminare dietro al Maestro, verso Gerusalemme. Qumran ci ha insegnato lo zelo per lo studio della Parola di Dio, mentre Masada ci ha ricordato dove può arrivare la vanagloria dei potenti di questo mondo. A Betlemme abbiamo celebrato alla grotta della Natività. Al campo dei pastori siamo stati invitati a riconoscere il segno: un bimbo avvolto in fasce e deposto in una greppia. Quello stesso per cui, ad Ain Karem, Elisabetta e Giovanni esultano nella gioia messianica. Don Mario Cornioli, sacerdote fidei donum, ci ha parlato dei rapporti difficili tra israeliani e palestinesi. A Gerusalemme, dopo la visita alla spianata del tempio e al Muro del pianto, in silenzio, abbiamo percorso il cammino di Gesù al Calvario. Abbiamo, quindi, visitato l’edicola dell’Ascensione, celebrato la messa alla chiesa del Dominus Flevit, e, dopo una visita veloce al Getsemani, siamo stati alla tomba della Madonna. Lunedì 11 aprile, alle 7, abbiamo celebrato all’altare del Calvario. Dopo la colazione, siamo stati al Cenacolo, alla tomba di David, alla chiesa della Dormizione, a San Pietro in Gallicantus, alla chiesa di Sant’Anna (natività di Maria) e alla piscina probatica. In serata, dopo che padre David Neuhaus, vicario per i giudeo-cristiani, ci ha parlato del suo impegno e della comunità cristiana ebreofona, abbiamo potuto vegliare un’ora al Getsemani. Martedì mons. Shomali, vescovo ausiliare di Gerusalemme, dopo averci delineata la situazione della Chiesa locale, anche alla luce del Sinodo delle Chiese orientali, ci ha chiesto di pregare per la stessa e perché si realizzi il processo di pace. Il nostro Vescovo gli ha fatto dono di una rappresentazione in affresco della Madonna col Bambino e ai presenti mons. Shomali ha donato un “pensiero” a memoria dell’incontro. Quindi, siamo partiti alla volta di Emmaus (Abu Gosh). E, come duemila anni or sono, Emmaus non ha segnato la fine di un percorso, quanto l’inizio di un cammino: quello che riporta al centro, al luogo del mistero pasquale pienamente compiuto nella resurrezione del Maestro. La dove il Volto intensamente brilla e la Parola continua a riscaldare il cuore.