Immagini del Trascendente

Arte sacra. Si è svolto a Roma il terzo Convegno nazionale di iconografia, per un confronto a tutto campo

La catechesi nella Chiesa, sin dai tempi antichi, si trasmetteva oralmente, attraverso la proclamazione della Scrittura, e visivamente con le immagini. Attraverso l’icona la Scrittura diventava immagine e stimolava alla preghiera e ad una partecipazione attiva alla sacra liturgia. La riscoperta del mondo delle icone nel nostro tempo ha qui il suo fondamento, e diverse scuole di iconografia stanno sorgendo in varie parti d’Italia. Per confrontare le varie esperienze, dal 24 al 26 settembre si è tenuto a Roma il terzo Convegno nazionale di iconografia, dal titolo “Chi ha visto me, ha visto il Padre”. Centoventi sono stati i partecipanti provenienti da ogni parte d’Italia, tra appassionati, iconografi e insegnanti, con alcune presenze anche dall’estero. Le giornate del convegno avevano inizio la mattina con la preghiera comune concludendosi la sera con la celebrazione eucaristica. Le ventiquattro relazioni hanno affrontato e approfondito il valore della tradizione iconografica sotto diversi punti di vista. L’aspetto teologico, liturgico, spirituale e catechetico è stato presentato sotto varie sfaccettature. I relatori si sono soffermati sulla spiritualità dell’icona, e su come essa faccia da tramite per la preghiera e aiuti l’azione liturgica; sul rapporto tra parola e immagine, mettendo in parallelo il ministero dell’esegeta e quello dell’iconografo; sull’attualità dell’icona come strumento di nuova evangelizzazione. Nell’icona si manifesta l’arte cristiana come comunicazione della fede, che passa anche attraverso la lettura iconologica, la tecnica e lo stile. L’attività artistica è insieme un dono ed un’eredità di Dio, del suo Spirito creatore: la bellezza, espressa meravigliosamente dall’arte raffinata, può provocare un sentimento della Trascendenza e stimolare la sensibilità mistica dei fedeli. L’abilità artistica è un dono dello Spirito santo, che si esprime anche attraverso una meticolosa tecnica artigianale L’icona è una teologia figurata, l’iconologia ci insegna a saperla leggere e interpretarne i simboli. Nel convegno è stata messa in risalto l’importanza delle scuole di iconografia e si è dibattuto il rapporto tra obbedienza alle regole, ad una tradizione ad un canone, e la creatività del singolo iconografo. Il rispetto delle regole richiede una preparazione seria e responsabile, soprattutto di chi guida le scuole di iconografia e i corsi presenti in Italia (ne esistono anche nella nostra regione); il maestro iconografo infatti deve saper trasmettere una profonda conoscenza della tradizione. Anche la storia dell’icona, dei vari stili e delle varie scuole che si sono succedute nel tempo sia in Oriente che in Occidente, è stata oggetto di riflessione in alcune relazioni: sono state presentate le fonti storiche, la rinascita in Grecia delle icone nel XX secolo, i rapporti tra iconografi italiani e la scuola russa contemporanea.Un ulteriore approfondimento delle relazioni avveniva nelle tavole rotonde che chiudevano la giornata di studio, in cui tutti i relatori hanno risposto alle domande dei partecipanti sui temi trattati. Un aiuto ulteriore era dato dai laboratori, dedicati ad aspetti pratici di tipo organizzativo, e sull’uso del computer e dei nuovi mezzi comunicativi. Dopo cena, un testo teatrale su Andrej Rublev animava le serate. Chi è interessato all’argomento può consultare il sito www.iconecristiane.it.

AUTORE: Giovanni Raffa