Nella stupenda cornice di arte e cultura che offre la Collegiata, si è aperta la visita pastorale di mons. Mario Ceccobelli alla zona di Umbertide, preparata da tutti i parroci fin nei minimi particolari: ingresso solenne in chiesa, bacio della croce (deposta ai piedi dell’altare, con la statua di sant’Ubaldo che campeggiava in alto su di esso); quindi le parole toccanti di don Pietro Vispi: “Preghi per noi e la ringrazieremo; ci ammaestri e sapremo ricambiare; ci voglia bene davvero e sapremo riconoscere in lei l’autorevolezza paterna della Chiesa”. Presenti un discreto numero di operatori pastorali e tutti i presbiteri delle parrocchie. Mons. Mario Ceccobelli, col suo stile e modo di essere, pacato e dialogico (“Non ho nulla da insegnarvi; siete voi che mi insegnerete. Voglio stare in mezzo a voi, capire le vostre difficoltà, problemi, e, in spirito di servizio aiutarvi a risolverli…”), ha conquistato tutti. Il Vescovo ha ribadito che “la visita pastorale è sempre una visita carismatica; in essa è sempre il Signore che agisce”. Ha poi recitato una preghiera che così recita: “Signore, fa’ che il vescovo che Tu hai chiamato a guidare questa Chiesa e che viene a visitarci, ci aiuti a conoscere Gesù ed a scoprire la grandezza della nostra vocazione. Siamo preziosi dinanzi a Dio e Gesù è venuto a morire per ciascuno di noi, per amore nostro; perché ci ama tutti e ci vuole tutti con sé. Siamo tutti chiamati a condividere in eterno la gloria del Padre che è nei cieli. Questo io vorrei aiutarvi a comprendere in questa visita, perché tutti quanti, come popolo di Dio, camminiamo sotto la guida di un vescovo e di sacerdoti che mi aiutano in questo compito così esaltante”. È bene ricordare che la visita pastorale rappresenta la forma istituzionalizzata della “presenza dei Pastori in mezzo al loro gregge, che guidano, riprendono, correggono la Chiesa loro affidata”. Con Paolo VI diciamo che “la visita pastorale è la visita del Signore”. Ma l’importanza di questo evento sta nel fatto che si tratta, in primis, di una visita alla Zona, alle parrocchie, ai gruppi e operatori insieme, consapevoli del fatto che la presenza della Chiesa è una presenza di comunione. Questa l’impostazione dello straordinario evento. Occorrerà mettere insieme la ricchezza delle varietà presenti in ogni parrocchia, mostrare (senza finzioni e nelle verità) l’unità che esiste e far emergere le varie vocazioni, l’una al servizio dell’altra. “Non ci sono ‘battitori liberi’ nella Chiesa – ha detto il Vescovo – ma tutto deve essere fatto insieme”, compresi momenti importanti quali i tempi, gli orari ed i modi della celebrazione, dei sacramenti, i tanti progetti di pastorale giovanile e familiare, la formazione degli operatori, gli interventi della Caritas, il rapporto con la società civile e col mondo delle istituzioni. “Nel tempo della mia permanenza a Umbertide, vediamo ciò che lo Spirito dice alla Chiesa di Umbertide perché operi e lavori tutta insieme”. Una visita all’insegna dell’unità, dunque, che non vuol dire omologazione, né abbattimento di ruoli, ma formazione di una coscienza comune, la porta d’ingresso per potersi mostrare e aprirsi al territorio, quindi, a una coscienza più larga. Quindi è stato detto a tutti: “Prendete questa visita con spirito di fede, lasciandovi convertire”.
Il Vescovo in visita pastorale a Umbertide
La celebrazione di apertura nella chiesa della Collegiata
AUTORE:
Fabrizio Ciocchetti