Al centro dell’Assemblea ecclesiale del 13 e 14 ottobre è la terza lettera pastorale del vescovo Vincenzo Paglia, La via della carità, che segna una nuova tappa nel cammino della Chiesa diocesana, con la quale si chiude un ciclo di riflessioni che sono a fondamento dell’intera vita cristiana, e frutto di un vero e proprio percorso sinodale. ‘La via del Vangelo è quella della verità dell’amore ‘ scrive il Vescovo nella lettera pastorale -. Su questa via giungeremo più facilmente al cuore dell’uomo, come quello di oggi, che è sovrastato dalla solitudine e dalla paura’. Ed è questa la verità di fondo che traspare nelle diverse parti, ricche di riferimenti biblici e esortazioni, nella quale è articolata una ricca e profonda lettera alla diocesi: il cambiamento dei cuori, la compassione. Solo avendo un cuore pieno di compassione ci si fa prossimi agli altri, perché solo nel momento in cui si vivono veramente i sentimenti di Cristo, che sono sentimenti di misericordia, la Chiesa è in grado di manifestare, in questo mondo pieno di solitudine, gli stessi sentimenti di compassione del Cristo. I quali di conseguenza si realizzano nelle opere che, nella tradizione della Chiesa, sono quelle di misericordia corporale, con particolare evidenza data all’elemosina personale. Come gesto comunitario viene individuato l’offertorio della messa domenicale, da strutturare secondo le modalità che emergeranno dai lavori di gruppo. Un segno che si accompagna ai due precedenti, sottolineati dalle altre lettere pastorali: la comunione sotto le due specie e l’Evangeliario con la relativa benedizione ai fedeli. La lettera pastorale ‘non vuole essere una riflessione completa sull’amore ‘ sostiene il Vescovo – ma un aiuto per comprendere come amare concretamente, da dove iniziare a muovere i passi dell’amore di Dio’. Una riflessione che, secondo mons. Paglia, deve coinvolgere ogni singola persona prima ancora che le strutture. L’amore è quello di Dio che scende verso l’uomo, amore di cui ogni cristiano è strumento nell’avere compassione, senza discriminazione, sull’esempio di Gesù buon samaritano. ‘È perciò urgente una vera e propria conversione pastorale ‘ scrive ancora mons. Paglia – e il primo passo è sentire i poveri come fratelli, come parenti, come familiari, come ‘sacramento’ di Cristo, e non come un caso umano da servizi sociali. Una delle qualifiche più chiare dei cristiani è quella di essere amici dei poveri, i più vicini a loro. In un mondo che sta perdendo il cuore e la pietà, il Vangelo dell’amore continua a restare una grande garanzia e una grande difesa per i poveri’.
Il Vescovo addita a tutti la via della carità
Assemblea ecclesiale della diocesi
AUTORE:
Elisabetta Lomoro