Il tempo dell’ascolto degli altri

Diocesi. Gli incontri pastorali nella prima settimana di ministero di mons. Boccardo

Consiglio presbiterale, visita alla città di Norcia, all’ospedale di Spoleto, incontro con i giovani in duomo, amministrazione delle prime cresime, visita ai detenuti del Supercarcere di Maiano di Spoleto e riunione con tutti i sacerdoti. Sono queste le tappe principali della prima settimana dell’arcivescovo Boccardo a Spoleto. La città di S. Benedetto e di S. Scolastica lo ha accolto nel giorno della festa della dedicazione della chiesa concattedrale di S. Maria della Misericordia. La Madre di Dio ha ancora segnato il cammino di mons. Boccardo in diocesi. E lui ha affidato alla Vergine – il giorno dell’ingresso, dinanzi alla Santissima Icone venerata nel duomo di Spoleto – il suo ministero episcopale e l’ha invocata affinché volgesse su questa comunità diocesana il suo sguardo benigno: “Illuminala con il tuo esempio, accompagnala con la tua intercessione, confortala nelle difficoltà e nelle prove, fa’ che essa sia sempre più segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano”. A Norcia, prima dei saluti ufficiali in Comune e della concelebrazione in chiesa, accompagnato dal vicario generale, mons. Luigi Piccioli, e dal parroco, mons. Mario Curini, il Vescovo è andato nella frazione di S. Pellegrino per salutare don Eusebio Severini, uno dei preti più anziani della diocesi, una vita spesa per la nostra gente di montagna e che oggi si trova in condizioni precarie di salute. Nell’omelia Boccardo, che ha visitato anche la basilica di S. Benedetto, ha ricordato come Gesù viene in mezzo al popolo per condividere la sua vita con la nostra. Il presule si è soffermato su quanto sappiamo essere tempio di Dio, quanto spazio diamo alla sua presenza. “Non possiamo accontentarci di essere cristiani di nome – ha affermato. – Siamo invitati a cogliere la festa della dedicazione della concattedrale come l’occasione giusta per fermarci, per guardarci dentro, per non permettere al rumore di sommergerci. Dobbiamo ascoltare gli altri, noi stessi: il nostro cuore, la nostra coscienza; dobbiamo ascoltare Dio che ci educa come suoi figli”. L’Arcivescovo, poi, ha paragonato la vita del cristiano ad un giardino. “Tra le tante piante che ci sono nel giardino della nostra vita – ha detto – c’è quella che ci permette di arrampicarci fino a Gesù? La risposta è nelle opere di carità, nello stile di vita che dà sapore e colore proprio alle opere caritatevoli, nell’ascolto e nella revisione costante della vita. È la via per essere buoni samaritani, in grado di cogliere i bisogni della gente”. Altro momento significativo è stato la visita dell’Arcivescovo all’ospedale “S. Matteo degli Infermi” di Spoleto. Si è recato in tutti i reparti, iniziando dalla dialisi e finendo con la pediatria. Mons. Boccardo ha elogiato il servizio dei medici, degli infermieri e di tutto il personale dell’ospedale, complimentandosi per la loro giovane età. Il presule, in particolare, come annunciato prima del suo arrivo, si è preso un tempo prolungato per incontrare, conoscere, parlare e confortare i degenti, in particolari i bambini. È entrato in ogni cameretta, ha stretto la mano a tutti i ricoverati, ha pregato e benedetto quanti lo hanno richiesto. Si è congratulato con i vertici della Asl per le eccellenze – umane e tecniche – presenti nel polo ospedaliero di Spoleto. “Sono stato molto contento – ha detto al termine della visita – di conoscere personalmente le strutture sanitarie del nostro territorio, di parlare con la gente, di capire i bisogni di chi vive nella sofferenza”. Lunedì 16 ottobre l’Arcivescovo è andato in una comunità particolare: quella del Supercarcere di Maiano. Insieme al direttore della casa di reclusione e al cappellano, mons. Eugenio Bartoli, ha visitato la falegnameria, la sartoria e gli altri laboratori presenti, frutto della sinergia con alcune istituzioni di Spoleto, segno di apertura ed integrazione. Nella cappella del carcere mons. Boccardo ha incontrato, a turno, due tipologie di detenuti. Dopo aver ascoltato le loro storie, è tornato in episcopio con una richiesta specifica dei detenuti: “Torna presto a trovarci”.

AUTORE: Francesco Carlini