Botti di mezza estate per la politica umbra. I gruppi di opposizione (non tutti) occupano l’aula del Consiglio regionale per protestare contro la decisione della maggioranza (non tutta) di rinviare in commissione le proposte di legge sulla sicurezza. ‘Le’ proposte: perché il Consiglio, nella seduta di martedì 22 luglio, avrebbe dovuto valutare e votare un testo predisposto, in oltre un anno e mezzo di lavori, nella prima commissione di palazzo Cesaroni. In aula, ma con parere non favorevole della stessa commissione, era arrivato anche un testo delle opposizioni. Tanti mesi di confronto, però, non hanno prodotto un testo di maggioranza veramente condiviso: infatti in apertura di riunione è stato un esponente del centrosinistra, il Pd Fabrizio Bracco, a presentare degli emendamenti. ‘Tecnici’, li ha poi definiti lo stesso estensore. Che poi, in sede di votazione sul rinvio in commissione, ha votato contro. Come un altro esponente Pd, Paolo Baiardini. Altri emendamenti li ha proposti la Giunta regionale, a firma della presidente Maria Rita Lorenzetti. ‘Vanno valutati in sede di commissione’ hanno detto sia il Pdci Carpinelli sia il verde Dottorini. Poi il voto, quasi ‘a macchia di leopardo’, con il centrosinistra a favore del rinvio (tranne, come detto, Bracco e Baiardini, mentre un altro Pd, Brega, si è astenuto) ed il centrodestra contro (non tutto, perché Udc e la Destra hanno votato a favore, auspicando un testo più organico di quelli arrivati in aula). È a questo punto che i gruppi di An e Forza Italia hanno acceso la miccia della protesta, arrivando, dopo qualche iniziale divisione, alla decisione di occupare l’aula consiliare. L’ultima volta era successo una decina di anni fa. Un gesto che gli stessi occupanti hanno definito ‘inusuale’, rimarcandone però il carattere di ‘denuncia nei confronti di una maggioranza che ha ridotto l’assemblea umbra ad una sorta di ufficio di ratifica delle decisioni della Giunta’. Sul tema della sicurezza, il centrodestra parla di ‘svuotamento’ della normativa che la dovrebbe favorire e delle risorse a sua disposizione. Sul versante strettamente politico, il giudizio sul centrosinistra è più duro: ‘Non hanno più maggioranza su niente, dalla sicurezza ai rifiuti alla riforma delle agenzie. Prendono tempo, in attesa di comporre le loro profonde divisioni interne’. La replica della maggioranza è arrivata a tamburo battente: per il centrosinistra, l’occupazione dell’aula consiliare è un gesto ‘demagogico e strumentale, che mortifica l’autonomia del Consiglio regionale’. Insomma, la preoccupazione di restituire spessore e dignità al Consiglio umbro è, in questo caso, bipartisan. Nel dettaglio, i punti di vista sono profondamente diversi. Un fatto è certo: era da tempo che a palazzo Cesaroni non si registravano fibrillazioni politiche così evidenti. Per alcuni osservatori delle cose politiche regionali, è il segnale di una fase in cui prevale una sorta di nebbioso grigiore, dentro la quale non si riesce ad individuare una via d’uscita, una prospettiva consistente da indicare come obiettivo. Per altri osservatori, più smaliziati, il cosiddetto teatrino della politica ha raggiunto livelli così elevati di autoreferenzialità da far scomparire lo spessore dei problemi. Che, nel frattempo, probabilmente aumentano.
Il ‘teatrino’ va in fibrillazione
L'opposizione occupa l'aula del Consiglio regionale. Accuse e contro-accuse. Intanto i problemi restano
AUTORE:
Daris Giancarlini