Il 3 settembre 2001 don Rodolfo Cherubini, monaco Benedettino Vallombrosano, è deceduto in Brasile dopo 15 giorni di coma, causato da una meningite fulminante. Don Rodolfo era nato a Montepetriolo di Perugia 77 anni fa ed aveva celebrato 50 anni di sacerdozio nel 1998. Missionario in Brasile per 32 anni insieme al fratello don Mauro, morto 10 anni fa, don Rodolfo da 20 anni viveva di nuovo in Italia, a Pordenone prima ed ora al santuario della Madonna di Montenero a Livorno, ed era sempre rimasto legato affettivamente alle comunità cristiane costruite nel Brasile, tanto che ogni 2 o 3 anni si recava in questo Paese, occupando il tempo delle sue vacanze per continuare ad essere di aiuto a quella gente. Nel 1995 aveva dato vita ad un progetto di adozioni a distanza, dietro la spinta emotiva provocata dalla uccisione di molti “bambini di strada”, così come sono chiamati in Brasile i piccoli senza famiglia, abbandonati soltanto a se stessi. Ed è stato proprio per verificare personalmente questo progetto ed incontrare i quasi 200 bambini adottati a distanza da famiglie italiane, che nonostante l’età aveva deciso di affrontare questo nuovo viaggio, accompagnato dal nipote don Paolo Cherubini, dove ha lavorato fino alla sera prima della malattia, portando a compimento tutto il lavoro che si era prefissato, tanto che rimaneva solo di fare le valigie e ripartire per l’Italia il giorno successivo. La malattia lo ha raggiunto nel monastero San Giovanni Gualberto, a Pirituba, nella periferia di S. Paolo, dove nel 1964 era stato primo Priore. Don Rodolfo aveva manifestato molte volte il desiderio di morire in Brasile ma nessuno poteva immaginare che sarebbe stato esaudito in questo modo. E’ stato sepolto nella città di Jundiaì, a 50 km. da S. Paolo, nell’altra missione dei monaci Vallombrosani, nel cimitero della parrocchia che porta il nome della Madonna di Montenero, di cui era stato primo parroco nel 1960. Tantissima gente ha partecipato ai suoi funerali, tra i quali molti bambini adottati a distanza, che hanno anche cantato per lui ed hanno posto una maglietta del Progetto adozioni sopra la bara, con su scritto “vale la pena aiutare”. Ora il Progetto va avanti e oltre all’India, che era già il 2’polo con 50 bambini, è stato aperto anche in Africa, precisamente in Angola, nella capitale Luanda, in una favela di 100.000 abitanti chiamata Immondezzaio, perché costruita sopra una discarica: un’apertura che don Rodolfo aveva fortemente voluto e su cui si preparava a lavorare una volta tornato in Italia. Il progetto delle Adozioni a distanza creato da don Rodolfo Cherubini, è portato avanti dall’Associazione di Volontariato “Faggio Vallombrosano”, una O.n.l.u.s. (Organizzazione non lucrativa di utilità sociale) con sede legale a Vallombrosa (Firenze), Casa Madre dei Monaci Benedettini Vallombrosani, e sede operativa al Santuario della Madonna delle Grazie di Montenero (Livorno), dove i Monaci sono presenti da oltre 200 anni. Il programma delle adozioni, che si divide in 2 fasi, la prima fino ai 14 anni e, se ci sarà stato l’impegno dell’adottato, la seconda fino ai 18 anni, garantisce a bambini e adolescenti l’alimentazione di base, cure adeguate e la possibilità di andare a scuola, evitando così che finiscano sulla strada, costretti a rubare, spacciare droga o prostituirsi. Questi bambini rimangono nella propria famiglia e nella propria terra, creando un legame affettivo con dei padrini che vivono lontano e che si impegnano a mandare loro un contributo economico mensile, stabilito sulla base del costo di vita del Paese in cui i bambini vivono. Attraverso il “Faggio Vallombrosano” ci sono bambini adottati in Brasile, in India e in Africa, seguiti direttamente da sacerdoti, suore e laici che hanno a cuore le loro sorti e che testimoniano, insieme ai padrini, un’autentica fede cristiana, che opera attraverso gesti concreti e palpabili di Carità. Informazioni sul progetto è possibile averle presso la Parrocchia di Rancolfo.
Il suo impegno per le tante adozioni a distanza in Brasile
E' morto don Rodolfo Cherubini
AUTORE:
d. P. C.