È la sera di giovedì 23 ottobre. Mi trovo a Roma, in borgo S. Spirito 7, ospite della Curia generalizia della Compagnia di Gesù. Più esattamente, ospite di mons. Julio Teràn Dutari, vescovo di Ibarra, gesuita. Sto collaborando con lui per sostenere la Comunidad de Capodarco di Ibarra, dove, a poche centinaia di metri dalla sua Curia, all’ombra della Capilla de san Ubaldo, 36 giovani disabili’stanno tentando di darsi una dignità attraverso il lavoro. Niente di meno.Julio Teràn Dutari, oltre che un uomo di Dio, es un caballero de buona estampa: così me l’hanno presentato quando l’ho incontrato per la prima volta, nel 2004, in un baretto del rione Borgo, dopo i vespri celebrati in San Pietro da Giovanni Paolo II per il 40’anniversario del decreto conciliare sull’ecumenismo, Unitatis redintegratio. Un caballero de buona estampa. Un’vero signore. Capace di coniugare pietà e ironia. ‘ Stiamo cenando nel grande refettorio della Curia. Self service. ‘Vede, quello è il padre i cui studi hanno sbugiardato tutti gli accusatori di Pio XII’. Due fagioli borlotti, please. OK. ‘E quello vicino a lui è colui che l’anno scorso ha pubblicato il famoso 320’volume della collana”. E via citando. Ma perché, entrando in punta di piedi in questo tempio del sapere che conta, non mi sono tolto le scarpe? Adesso il Vescovo si concentra. A bassa voce: ‘Vorrei sapere da lei cosa pensa del secondo dei miracoli operati da santa Narcisa’. Santa Narcisa è la santa ecuadoriana che domenica prossima verrà canonizzata in piazza San Pietro. Il secondo dei miracoli legittimamente allegato al fascicolo che attesta l’eroicità della virtù di Narcisa racconta che, per sua intercessione, ad una bimba che era nata senza organi sessuali, l’apparato genitale apparve nuovo di zecca nel giro di una notte. Parbleu! disse il medico che constatò il fatto. Parbleu! dico anche io stringendomi nelle spalle. Mi sovviene (ricordate?) il senso della parabola degli operai inviati nella vigna, ugualmente impegnati ma ‘ingiustamente’ retribuiti. ‘Dio non ricompensa secondo i meriti, ma dona secondo i bisogni’. ‘brO forse è stato il Concilio a mettersi in sintonia con il Signore e la Sua volontà: che la storia progredisca non solo nei risultati, ma anche nelle idee. Ed è questa la’risposta più probabile. Sì, è questa la’risposta giusta. Ad onta di quei certi nostri compagni di viaggio che dicono che il Vaticano II è stato ‘solo un Concilio pastorale’: secondo loro quel grande, autentico, supremo momento di autocoscienza della Chiesa si sarebbe limitato a oliare gli ingranaggi della sua vita. Il secondo miracolo di santa Narcisa dice tutt’altro.
Il secondo miracolo
Abatjour
AUTORE:
a cura di Angelo M. Fanucci