A nome del capitolo della Cattedrale di San Lorenzo e a nome dell’intera diocesi, Eminenza carissima le dò il ben tornato nella sua e nostra Chiesa “maior et mater”. Ho avuto già l’onore e il piacere, in qualità di Presidente del Capitolo, di accoglierlo e salutarlo con tanta fiducia ed attesa il 4 ottobre 2009, quando papa Benedetto XVI lo ha inviato a noi come Pastore e Padre; ora con animo grato e commosso insieme al Suo Popolo, l’amata famiglia ecclesiale perusino-pievese, lo accogliamo festosi ed ammirati per questo dono che Papa Francesco ha fatto a lei e a noi con la dignità cardinalizia. Dono che ha colto tutti di sorpresa, perché inusitato per la nostra realtà – bisogna tornare indietro di 161 anni al Cardinale Gioacchino Pecci, futuro Papa Leone XIII, comunque in circostanze non comparabili con le attuali, se non forse per la sensibilità sociale che lega i due porporati -; perciò tanto più motivo di gioia e di compiacimento per lei, come di un pizzico di orgoglio per noi, che si traduce immediatamente nella consapevolezza di una nuova o meglio accresciuta responsabilità per ciò che significa anche per la nostra Chiesa questa elezione, che, come dice il Santo Padre nella lettera inviata ai neocardinali, “non significa una promozione, né un onore, né una decorazione; semplicemente è un servizio che esige di ampliare lo sguardo e allargare il cuore”. La nostra terra umbra con i santi Benedetto e Francesco, uomini e santi universali, la nostra diocesi perusino-pievese da sempre profondamente legata alla Chiesa di Roma, alla sua universalità, la nostra città con la sua tradizione culturale e civile di apertura al mondo, non possono non rispondere a questo sguardo ampliato, a questo cuore allargato.
Gli ultimi dodici mesi, dall’undici febbraio 2013 ad oggi, sono stati per la Chiesa intera mesi di eventi straordinari che hanno impresso un’accelerazione al compito di annunciare e testimoniare l’”Evangelii Gaudium”. Dapprima, un Papa, Benedetto XVI, che con umiltà e coraggio riconosce la propria fragilità fisica che gli impedisce di servire come vorrebbe la Chiesa e perciò fa un passo indietro, poi un Papa, Francesco, che viene “dall’altra parte del mondo” e con gesti e parole semplici rivoluziona abitudini e convenzioni per andare all’essenziale del Vangelo e al cuore delle persone.
Ora anche la nostra Chiesa locale, con il proprio Pastore accolto nel collegio cardinalizio, si sente maggiormente coinvolta in questo movimento. Ne siamo riconoscenti al Signore, ne siamo grati a Papa Francesco, ne siamo felici per Lei nostro Pastore e Padre, ne siamo gratificati per tutta la diocesi, per la nostra città, per l’intera regione. Accogliamo, per altro, questo dono come un raggio di sole che illumina e riscalda un tessuto ecclesiale, sociale e civile, saldo e fruttuoso ma che negli ultimi anni ha vissuto momenti di oscurità che ancora feriscono. Perugia tutta, la sua anima religiosa e civile, si sente rinfrancata ed incoraggiata da quanto il Santo Padre ha voluto onorare nella sua persona.
La nostra preghiera, la nostra stima, il nostro affetto, il nostro impegno le siano di compagnia e di sostegno nel suo nuovo ampliato servizio. I santi protettori della nostra Chiesa locale, Costanzo, Ercolano, Lorenzo, Gervasio e Protasio, custodiscano i suoi passi, in ogni circostanza.
Il Signore la benedica e doni a noi tutti di poter partecipare con frutto alla fecondità del suo ministero pastorale. La “Mater Gratiae”, Madre della Grazia, venerata nella nostra Cattedrale le viene incontro tenera e premurosa porgendole al santo bacio il suo Figlio Gesù, da cui discende ogni pienezza e gioia.