Dopo una lunga discussione il Consiglio comunale di Spoleto ha approvato, con il solo voto contrario di Rifondazione comunista, undici progetti presentati da privati nell’ambito del Prusst. Approvato il 25 agosto 1999, il Programma di riqualificazione urbana e sviluppo sostenibile del territorio si poneva come obiettivi il coordinamento e la razionalizzazione degli investimenti e degli interventi all’interno di un’area che comprende ben 25 comuni, da Spoleto a Foligno e tutta la Valnerina, ma anche il finanziamento per la progettazione di nuovi programmi. Le categorie di intervento del Prusst erano, principalmente, l’adeguamento e il completamento delle reti infrastrutturale, la riqualificazione urbanistica e edilizia di aree degradate, la realizzazione di nuovi insediamenti produttivi. Per quanto riguarda Spoleto gli interventi pubblici erano soprattutto nel settore delle infrastrutture, compresi gli svincoli nord e sud della città, mentre i privati avevano presentato 25 progetto, tra i quali la oramai famosa Centrale a biomasse, per un totale di 118 miliardi di investimenti. Ad essere sinceri gli imprenditori spoletini non hanno brillato per spirito di iniziativa: le progettazioni veramente innovative sono inesistenti, si tratta soprattutto di vecchie proposte che non hanno precedentemente trovato accoglienza favorevole, o trasformazioni e miglioramenti di attività esistenti. Siamo ben lontani da quel “parco progetti” che doveva determinare le riqualificazioni e lo sviluppo delle città e attrarre risorse europee. Anche i progetti, per i quali è stata approvata la variante al Piano urbanistico, riguardano soprattutto il settore turistico: tre imprenditori hanno chiesto il cambio di destinazione d’uso e l’ampliamento di strutture esistenti per trasformarle in Country House, ci sono poi quattro richieste per ampliare alberghi già esistenti; solo quattro progetti sono di carattere commerciale o industriale e riguardano le aziende Monini e Novelli. La proposta più interessante è, senza dubbio, il recupero di Sensati, un antico borgo oramai disabitato, oltre Monteluco, lungo la strada per Patrico, che dovrebbe diventare un villaggio turistico. Diverse le valutazioni sulle proposte presentate: per le opposizioni è stato un errore per l’economia spoletina abbandonare il polo chimico, siderurgico e tessile, che esisteva a Spoleto, per puntare tutto sul terziario e sul turismo soggetto, come è dimostrato in questi giorni, a variabili non controllabili e prevedibili; inoltre a Spoleto c’è già una recettività alberghiera più che sufficiente per le esigenze turistiche cittadine. Per il Sindaco, invece, c’è necessità di sfruttare le potenzialità turistiche cittadine per poter arrivare alle 500 mila presenze annue e si può prevedere in questo settore un aumento dell’occupazione di circa 450 persone.
Il recupero del piccolo centro di Sensati: forse un centro turistico
Il Consiglio comunale approva il Prusst
AUTORE:
Pina Silvestri