Il numeroso pubblico che ha colmato il teatro Morlacchi di Perugia la sera di domenica 10 settembre per l’apertura della Sagra musicale umbra ha mostrato con la sua presenza e il calore degli applausi quanto sia sentita e apprezzata questa rassegna musicale, arrivata ormai alla 61a edizione. Essa rappresenta un appuntamento tra i più importanti per la qualità delle esecuzioni e ancora più in generale per il tipo di scelta delle partiture, che devono rispondere ad una tradizione – sia pure rinnovata e ringiovanita – che fa leva sul ‘sacro’ musicale, più che sulla ‘sagra’. Quest’ultimo infatti è un termine generico che può racchiudere qualsiasi tipo di manifestazione, mentre qui si tratta del ‘suono dello spirito’, come è scritto nell’intestazione del catalogo di quest’anno. Ed in aggiunta, se ce ne fosse bisogno, si riportano nella prima pagina tre brani rispettivamente dell’Antico Testamento, del Nuovo e del Corano che esprimono una stessa fede nel Dio unico. La ‘sacralità’ pertanto, pur non individuata in un particolare genere musicale, viene introdotta come chiave di lettura delle musiche eseguite nei concerti. È, evidentemente, anche un criterio di discernimento, sia pure piuttosto labile, nella scelta di autori e musiche. Viene spontaneo chiedersi, ad esempio, quale aspetto del sacro possa rappresentare la Sesta sinfonia di Behethoven; alla domanda che si pone acutamente risponde il direttore artistico della Sagra, Aldo Bennici, spingendo lo sguardo ad un ampio orizzonte in cui trova luogo ogni espressione dell’anelito universale al trascendente, elemento proprio dello spirito umano di ogni tempo. Chi ha partecipato al concerto iniziale, comunque, sa, ancor prima delle parole, di che cosa si tratta quando sperimenta nella propria intima sensibilità l’emozione di un’esecuzione musicale di alto livello come quella fornita dalla Filarmonica della Scala diretta dal famoso direttore coreano Myung-Whun Chung, di cui è superfluo tessere elogi, tanto diffusa e meritata è la sua fama. Altrettanto si deve dire dell’orchestra, reduce da un recente concerto a Berlino. Si può notare infine l’interesse delle esecuzioni che vengono portate in città anche minori, diffondendo la cultura e la sensibilità musicale tra la gente comune al di fuori dei circuiti di amatori e specialisti. La Sagra in questo senso, anche con la contestualizzazione locale rappresenta una vera crescita culturale e non, come altre manifestazioni, soltanto svago consumato con leggerezza.
Il pubblico chiede “sacro” alla Sagra
L'apertura della manifestazione e il segreto del suo successo
AUTORE:
E. B.