“La Chiesa è perseguitata dai suoi peccatori”, ha detto il Papa in un recente discorso, durante la sua visita in Portogallo. E precisava così il suo pensiero: “Oggi lo vediamo in modo realmente terrificante: la più grande persecuzione della Chiesa non viene dai nemici fuori, ma nasce dai peccatori che sono nella Chiesa”. E tali peccatori, che perseguitano la Chiesa dal didentro, sono oggi presenti in essa in modo “particolarmente terrificante” perché li ha dentro di sé, sono cioè i suoi stessi fedeli. Sono proprio essi che oggi perseguitano la Chiesa, afferma il Papa. Come giudicarli? “Nel peccatore odia ciò che Dio odia – precisava sant’Agostino – perché si annulli l’opera dell’uomo e si liberi l’opera di Dio. Certo, l’uomo ha fatto il peccato, però lo stesso uomo è stato creato da Dio. In quanto è peccatore riprendilo, in quanto è uomo abbi compassione” (Discorsi 164/A). Il cristiano non deve, dunque, solo limitarsi a denunciare una situazione di egoismo e di peccato nella comunità ecclesiale, ma – per quanto gli è possibile – deve farsene carico come operatore di un cambiametnto e di una riforma morale. Tale valida presenza dei cristiani nella società esige però un efficace e continuo lavoro di formazione e di competenza. E, insieme alla formazione e alla competenza, deve esserci anche il coraggio, da parte di ognuno, di assumere le proprie reponsabilità, in spirito di servizio per il bene comune, Non tutti, certamente possono o devono fare cose di rilievo, ma ciascuno è chiamato a testimoniare la sua fede là dove vive e opera. Solo nell’impegno quotidiano, portato avanti con costanza e coerenza, si potrà fare esperienza che il cambiamento di mentalità non si può impone dall’alto con la legge, ma operando dal basso con la convinzione e la tenacia di ogni credente. Il cristiano infatti non deve solo chiedersi “cosa fare”, ma anzitutto “come essere”, perché è la sua vita che deve trasformarsi, sono le sue motivazioni profonde che devono cambiare in adesione più coerente con il messaggio evangelico. E ciò comporta impegno di formazione continua, che non si esaurisce con la catechesi infantile e con la preparazione a ricevere i sacramenti, ma richiede l’impegno continuo di mettere a confronto la propria vita e le proprie scelte con la parola di Dio e cn l’insegnamento della Chiesa. Si tratta infatti di entrare nllo spirito delle Beatitudini, rifiutando la logica del mondo.
Il peccato che è dentro la Chiesa
Parola di vescovo
AUTORE:
† Giovanni Benedetti