Il tempo scorre ma il passatempo preferito per il Pd, anche in Umbria, è la collocazione dei suoi rappresentanti rispetto alle ennesime primarie per la guida del partito. E c’è spazio per la polemica, ovviamente. Il presidente della Provincia di Perugia, Marco Vinicio Guasticchi, vicino a Matteo Renzi, si è sfogato su Facebook perché non sarebbe stato rappresentata la componente del sindaco di Firenze alla festa del Pd a Umbertide. Nel suo sfogo su Facebook ha raccontato dei mancati inviti e incontri di nascosto, concludendo polemicamente: “Ma siamo in Italia o in Albania ai tempi di Hoxha?”.
Chiaramente il Pd di Umbertide ha risposto precisando che “il programma è opinabile e contestabile, ovviamente, ma bisogna ricordare e sottolineare che sono stati invitati esponenti di molte ‘anime’ del Pd nazionale: i renziani, ad esempio, sono stati autorevolmente rappresentati dall’on. Angelo Rughetti, esponente politico vicinissimo al sindaco di Firenze. Se poi qualcuno si ritiene l’unico rappresentante di una certa area è un altro problema: ci sarà modo ed occasione, nell’imminente congresso, di confrontarci e confrontarsi sul futuro e sulle scelte del Partito democratico”.
Nel frattempo il sindaco di Perugia, Wladimiro Boccali, si schiera. Rispondendo a una domanda sul tema delle primarie nel Pd, Boccali ha puntualizzato che “non ci sono ancora le candidature ufficiali. Quando ci saranno, decideremo sui contenuti, ma credo che i valori fondamentali di cui parla Gianni Cuperlo siano indispensabili per il partito, quindi, se si presenterà, voterò per lui. Il mio nemico però – si è affrettato a precisare il Sindaco – non è Matteo Renzi, il mio nemico è la destra”.
Sull’altro versante si colloca Marina Sereni, parlamentare umbra di lungo corso e vice presidente dell’assemblea nazionale del partito, che appoggia Renzi. “La sua candidatura alla guida del Pd – ha osservato – si configura, per popolarità, consenso diffuso e capacità di aggregare e mobilitare tante persone deluse del centrosinistra, indubbiamente come una proposta molto forte”.
Sono in pratica le stesse opinioni espresse recentemente da Piero Fassino. La Sereni ha posto al centro del suo intervento tre questioni. Di esse, la prima riguarda il sostegno e le proposte da indirizzare verso il governo Letta “perché questa legislatura si concluda con una vera riforma costituzionale che riconsegni la parola agli elettori con un sistema istituzionale più efficiente e con una situazione economica e sociale meno drammatica di quella da cui siamo partiti.
La scadenza politicamente più sensata cui guardare è il termine del semestre italiano di presidenza europea, la primavera del 2015. Vorrei – si auspica – un partito organizzato, e che chi si candida a guidare il Pd si impegnasse a dedicare un’attenzione nuova al partito, alle sue forme organizzative, ai suoi strumenti”.