Il Pd umbro va avanti ma incontra resistenze nell’apparato, che non condivide gli ‘strappi’ di Maria Pia Bruscolotti, segretaria regionale che ha definito la sua squadra. Insomma, il Pd muove i primi passi ma incontra l’ostruzione di chi la pensa come prima, cioè coloro che hanno aderito al Pd ragionando secondo le logiche di corrente. Il primo principale ostacolo nel cammino della Bruscolotti è la composizione geografica della struttura esecutiva, composta da 14 membri. Non sono rappresentati alcuni territori importanti, come Foligno e Spoleto, Terni (ma forse si rimedierà) e per l’area del Trasimeno la nomina di Moreno Caporalini ha trovato lo stesso in dubbio se accettare o meno. In sostanza, nonostante il successo insperato del 14 ottobre, con una partecipazione al voto altissima in Umbria, il Partito democratico vive logiche dure a morire. Il modo in cui è nato il Pd, con molte decisioni romane, poi trapiantate in periferia, dalla divisione a metà tra uomini e donne ai poteri del segretario regionale ‘ generalmente imposto e senza un voto che ne sostenga la legittimità ‘ ha portato a molti mugugni nella recente assemblea regionale che si è svolta al Capitini. La cosiddetta vecchia guardia non ha gradito le decisioni prese dalla Bruscolotti, che non ha accettato consigli più o meno interessati sulla composizione della struttura. La questione è semplice, da spiegare senza tanti giri di parole: molti esponenti ex Ds non riconoscono probabilmente una grande autorevolezza al nuovo segretario regionale, e quindi vogliono intervenire a tutti i costi. E questo crea tensioni in ogni parte dell’Umbria. L’elezione dei coordinatori provinciali ne è stata una chiara testimonianza. Se ogni nomina diventa un’occasione per tensioni, il Pd, che deve mostrare di avere una sua identità anche in Umbria, non è certamente il ‘nuovo che avanza’. Anche perché nelle prossime settimane sarà varato il Comitato politico regionale: un’altra ragione per dividersi. Il clima infuocato nel Pd è dimostrato anche dalla presa di distanza di Wladimiro Boccali, vice della Bruscolotti, che non ha condiviso il suo decisionismo. Intanto la ‘Sinistra-Arcobaleno’ si organizza anche in Umbria. Se il Pd punta ad ottenere il 40 per cento, la cosiddetta ‘Cosa rossa’ (Rifondazione, Comunisti italiani, Verdi e Ds che non hanno aderito al Pd) intende esercitare il suo ruolo di forza in grado di ottenere un risultato considerevole, a due cifre. La situazione politica umbra è in movimento come forse mai si era registrato in passato. Anche al centro dello schieramento politico, la parte della Margherita che non è entrata nel Pd, come il presidente della Provincia di Perugia, Giulio Cozzari, i seguaci di Mastella, Bianco e Pezzotta, mostrano la volontà di definire un’area che possa essere autonoma rispetto alla grandi concentrazioni, cioè al Partito democratico e al Partito delle libertà.
Il Pd fatica ad accettare la sua leader
Politica. L'epoca Bruscolotti si apre tra le tensioni
AUTORE:
Emilio Querini