La perenne vitalità ed attualità dell’insegnamento ubaldiano è stata il filo conduttore dell’omelia pronunciata da mons. Vincenzo Paglia, vescovo di Terni-Narni-Amelia, durante il pontificale concelebrato in cattedrale con il vescovo mons. Mario Ceccobelli, l’emerito mons. Pietro Bottaccioli ed il clero diocesano in occasione della solennità di sant’Ubaldo. “Oggi”- ha ammonito mons. Paglia – “continuiamo a costruire muri e a rispedire indietro coloro che cercano una vita più serena. Penso a certe scelte verso gli immigrati, penso alle parole tristi del Papa di fronte al muro che separa israeliani e palestinesi, penso ai tanti muri interiori che alziamo spesso anche tra noi”.
Un’omelia profonda, con costanti richiami alla vita del Patrono ed alla loro applicazione nella vita di tutti i giorni. “I tempi nei quali visse Ubaldo” ha detto mons. Paglia “non erano facili. L’intera Europa viveva un momento di grande cambiamento; iniziavano i primi commerci, ma assieme anche i conflitti, le violenze, le oppressioni. Ed erano tutte interne all’Europa, anzi all’Italia, all’interno dell’Umbria, tra Gubbio e Perugia, tra il nord e il centro e così via. Molti cristiani, appartenenti sia al clero che al laicato, vivevano lontani dal Vangelo, lasciando che violenza crescesse. I poveri iniziarono ad essere più numerosi e vennero sentiti come un pericolo. E si costruirono le mura per difendersi e leggi per rispedirli indietro. Come vedete, nonostante le dovute differenze la storia si ripete”.
L’affondo del presidente della Commissione Cei per l’ecumenismo e il dialogo e leader spirituale della Comunità di Sant’Egidio continua sempre sui temi sociali. “È l’assenza della mitezza” ha sottolineato Paglia “che sta rendendo amara la vita di questo nostro Paese e del mondo. Sì, c’è poco amore, poca accoglienza. Ognuno si preoccupa di se stesso e si difende dagli altri. Ma i disastri di questa mentalità sono sotto gli occhi di tutti”. “La cattiveria tra gli uomini” continua ancora il Vescovo di Terni “ha superato gli argini invadendo tutti gli ambiti della vita: le case, le strade, le piazze, le scuole. Ed è perpetrata a tutte le età: sono violenti gli adulti ma anche i giovani e persino i ragazzi. Quanti giovani a 13 anni ormai si ubriacano tranquillamente e usano i coltelli per ferirsi! E quanto rapidamente si allarga il fenomeno del bullismo! E quanta violenza vediamo nelle nostre case! Quanti anziani abbandoniamo nei cronicari! C’è bisogno di più mitezza, c’è bisogno che sant’Ubaldo sia più ascoltato. Egli ce lo insegna e lo implora”.