Il Papa e le ‘amnesie’ della politica

In Umbria, la Giornata coincide con il 20'anniversario dell'incontro di Assisi

Il prossimo 1’gennaio si celebrerà la 39a Giornata mondiale della pace sul tema ‘Nella verità, la pace’. In Umbria la ricorrenza sarà celebrata in modo solenne, ricorrendo il ventennale dello ‘spirito di Assisi’ (1986 ‘ 2006), con una iniziativa promossa dalla Consulta regionale ‘Giustizia e pace’ della Conferenza episcopale umbra insieme al Sacro Convento di Assisi e alla Tavola della Pace. ‘Benedetto XVI ci sollecita non solo a ricercare la pace, ma anche a trovarla – commenta mons. Vincenzo Paglia – Per trovarla occorre rifuggire la menzogna ed ancorarsi alla verità, fondamento della pace. La pace non è solo assenza di guerra. Non è neanche pace guerreggiata. Rimarcare le differenze, voler affermare la pace con la forza delle armi è una menzogna. Reclamare pace e diritti e uccidere in modo disumano uomini, donne e bambini inermi e innocenti con il ricorso al terrorismo, è una menzogna. Anche quando ci si trova nella tragica situazione di guerra, occorre evitare la menzogna perché non tutto è lecito tra le parti. La pace è consapevolezza di essere accumunati da uno stesso destino, di essere figli di uno stesso Padre e quindi tutti fratelli. Non ci può essere pace per pochi e violenza e miseria per tanti. La pace è ricerca sincera di strade di perdono e riconciliazione. È vera giustizia. È dare a tutti i popoli quanto dovuto per vivere dignitosamente’. ‘La pace non è quietismo, né pacifismo ingenuo e generico – afferma Pasquale Caracciolo, direttore della Consulta regionale ‘. La pace è impegno e fatica nella verità. Il Papa richiama vie concrete di pace e avanza proposte abbandonate da troppo tempo dalla politica. No alla sicurezza delle armi nucleari, perché in caso di guerra nucleare non ci sarebbero vincitori e vinti ma solo vittime. Sì al progressivo disarmo congiunto, destinando le risorse ai Paesi poveri che reclamano che siano mantenute le promesse fatte dai Paesi ricchi di condonare il debito e destinare lo 0,7% del Pil per progetti di sviluppo. La stessa Onu deve uscire dalla secca in cui è stata cacciata dalle nazioni più potenti, per divenire uno strumento autorevole nel promuovere nel mondo i valori della giustizia, della solidarietà e della pace’.