Tante volte nelle nostre preghiere siamo soliti invocare Dio come Padre nostro, seguendo l’insegnamento del Signore Gesù. Quante volte però, con altrettanta cura, ci siamo fermati a riflettere un momento sulla profondità di questo appellativo? Che cosa vuol dire che Dio è Padre? Che cosa vuol dire che egli è nostro e non mio? Quali sono le conseguenze di questa affermazione pronunciata nella fede? Dire che Dio è Padre nostro significa riconoscere, da un lato, l’inaudita vicinanza di Dio all’uomo, dall’altro l’esigenza irrinunciabile dell’amore per il prossimo che è per noi qualcosa di più di un vicino: un fratello. Al riconoscimento dell’amore di Dio corrisponde, quindi, la presa di coscienza dell’unità alla quale tutti i credenti sono chiamati. Ogni volta che pronunciamo la preghiera evangelica si staglia di fronte ai nostri occhi il mistero di Dio, di un Dio che in qualità di Padre ci vuole come una cosa sola. In questi nostri giorni l’esigenza di unità delle chiese si fa sentire in maniera sempre più forte. Di fronte ad un mondo fortemente dissociato, privo di punti fermi e bisognoso di una testimonianza autentica da parte dei cristiani, lo scandalo della divisione grava come un fardello insopportabile. Per costruire unità da dove si può cominciare? Su quale base possiamo incontrarci? A questa domanda è stata data una risposta significativa: nello spirito del giubileo ormai trascorso, nella nostra Perugia, è stato realizzato un convegno per riflettere sul significato profondo della preghiera del Padre nostro, prestando particolare attenzioni alle implicazioni ecumeniche dell’invocazione. La cosa più interessante non è stata certo la realizzazione vera e propria del progetto, perché di progetti e convegni in fondo ce ne sono molti e non suscitano tanto scalpore. La cosa più bella è stata senza dubbio la preparazione dell’evento: per la prima volta un convegno è stato organizzato congiuntamente dalle chiese presenti in Italia: cattolica, riformata, ortodossa. Come se questo non fosse già abbastanza, anche il rabbino capo di Milano ha arricchito l’incontro con la sua presenza. Come commentare quest’evento, se non dicendo che un unico Dio che è Padre ha chiamato a raccolta i suoi figli? Alla luce della preghiera del Padre nostro le chiese e i credenti in Dio si sono raccolti a un’unica tavola come fratelli. Al termine del convegno, perché non andasse perduta la ricchezza dell’incontro interconfessionale e interreligioso, sono stati pubblicati gli atti a cura del Segretariato per l’Ecumenismo e il Dialogo della Conferenza episcopale italiana. Il testo (Il Padre nostro. Preghiera di tutti, Bologna, EDB, 2000) raccoglie le molteplici voci in un unico e affascinante coro. Ciascun esponente ha espresso la ricchezza della propria visione, senza paure né condizionamenti. Il cattolico, l’ortodosso, il riformato, l’ebreo, l’uomo, la donna hanno proclamato, in una sapiente polifonia, l’unico canto che celebra il mistero della paternità di Dio e della fratellanza come vocazione universale. Diviso in due parti il volume raccoglie nella prima i commenti alle singole invocazioni della preghiera che si rivela di una profondità sconcertante e inesauribile, mentre nella seconda parte offre una sorta di panoramica spirituale sul Padre nostro e sull’influsso da esso esercitato sulla spiritualità cristiana sin dal tempo dei padri. Complessivamente questa pubblicazione costituisce un segno tangibile di quel cammino verso l’unità del quale tante volte ci dimentichiamo. Nelle pagine dense del volume si scorge la vera ragione della fraternità e la radice ultima dell’unità: solo riconoscendo Dio come Padre potremo riconoscerci davvero fratelli, al di là degli attriti che nella storia ci separano. La preghiera insegnata dal Signore Gesù, quindi, suona sulle nostre labbra come un ennesimo invito di Dio all’unità della sua chiesa e alla fratellanza universale perché il mondo creda. Diciamo, dunque, Padre nostro, consapevoli del fatto che questa davvero è la preghiera di tutti.
Il Padre Nostro meditato a più voci da ortodossi, cattolici ed evangelici
Pubblicati gli Atti del convegno ecumenico svoltosi a Perugia
AUTORE:
Francesco Testaferri