L’associazione Habibi ha organizzato venerdì scorso un incontro con il patriarca latino di Gerusalemme Fouad Twal. Si è trattato di un incontro intervista guidato dalla giornalista Rai Lucia Goracci sul tema “Il nuovo Medio Oriente”.
Tante le perone che hanno gremito la chiesa della Madonna del Latte per ascoltare le parole di due testimoni credibili che con grande semplicità hanno delineato un quadro preciso della situazione attuale della Terra Santa.
Presenti all’incontro anche don Mario Cornioli presidente dell’associazione organizzatrice e il vescovo mons. Domenico Cancian.
“Ci sentiamo, ha detto il Patriarca, Chiesa del calvario in questa terra calpestata da Gesù, che unisce tutti i credenti ma che non ha mai conosciuto la pace. Di fronte a tanti interrogativi non dimentichiamo di essere Chiesa di resurrezione e nelle nostre grandi difficoltà non ci sentiamo soli ma legati come Chiesa madre alle Chiese particolari nel mondo e la visita dei pellegrini ci dà speranza.
La Croce che portiamo ci rende sensibili nei confronti di chi soffre, vicini a chi soffre con la consapevolezza di quanto sia necessaria la pace per tutti gli abitanti, non solo per alcuni di loro o per un solo popolo. Certo non sono i muri a garantire la pace, questi sono la vergogna dell’odio che si è radicato nel cuore dell’uomo. Abbiamo bisogno di ponti di dialogo e di relazione per abbattere i muri dell’odio”.
Relativamente allo Stato di Palestina il patriarca ha sottolineato la necessità di prendere atto della sua esistenza anche se Israele non lo riconosce, è imprescindibile un atto di coraggio da parte del mondo intero ma soprattutto in questo momento, da parte della Santa Sede e il Papa si è recentemente mosso in tal senso. “Se 50 anni fa tutto il mondo appoggiava Israele oggi nessuno può essere più d’accordo con la sua opera di odio”.
La sfida dell’occidente e degli Usa non è la sfida della Terra Santa la cui prima necessità è il riconoscimento dello status internazionale di Gerusalemme che vi garantisca il libero accesso a tutti i credenti sotto la tutela di un accordo internazionale, ma al momento non c’è una visione di politica di pace c’è solo una politica di interessi.
Lucia Goracci ha poi invitato il patriarca a riflettere sulla questione dell’educazione e Twal ha parlato dei tanti bambini di Gaza che nonostante la giovane età conoscono bene la guerra e la morte. Sarà difficile, ha detto, ricostruire un cuore distrutto dalla violenza, ma proprio per questo è necessario educare alla convivenza. Quando i bambini stanno insieme e giocano insieme questa è la scuola del dialogo.