“Il nostro è un giornale che ritma la storia della nostra regione”

Cari lettori,in tempo di Natale è praticabile un discorso molto piano e familiare come attorno al focolare accanto al fuoco. Un discorso amichevole che parla di noi. Con questo numero desideriamo portarvi, oltre alle notizie di cui si compone normalmente il nostro giornale, gli auguri per il Natale, auguri convinti e grati per l’attenzione che ci dedicate. Riportiamo anche alcuni commenti e riflessioni sul mistero che celebriamo: l’evento della nascita di Gesù dalla Vergine Maria, evento che ha dato inizio alla nostra storia cristiana ed ha segnato irreversibilmente la storia dell’umanità. Pubblichiamo anche il testo integrale del messaggio di Giovanni Paolo II per la XXXVI Giornata mondiale della pace, che prende lo spunto dai quarant’anni della lettera enciclica Pacem in terris di papa Giovanni XXIII e ne attualizza il messaggio. E’ un numero ricco e spero, pertanto, che possa essere di stimolo alla conoscenza dei valori cristiani e all’approfondimento della ricchezza della nostra identità culturale di uomini inseriti consapevolmente nelle vicende del nostro tempo alla luce di un’antica tradizione di fede. Questo è anche l’ultimo numero del 2002. Riprenderemo il 10 gennaio 2003 con la pubblicazione dei numeri settimanali del cinquantesimo anniversario di fondazione de La Voce (1953-2003). E’ lecito sperare che a questa circostanza sia dedicato un momento di particolare attenzione e interesse da parte degli umbri verso questo loro periodico di ormai lungo corso. Il nostro è un giornale che ritma la storia della nostra regione con un occhio puntato sulla Chiesa e sulla società soprattutto su quella parte di società di cui meno si parla. In occasione del Natale è proprio verso coloro che sono sepolti dal silenzio dei media che si deve rivolgere l’attenzione. Essi appartengono a quel tipo di umanità che per prima si accorse del mistero e poté ascoltare il canto degli Angeli. Anche con questo giornale, non una sola volta, per Natale, ma come un impegno costante, vogliamo dare voce a quelle persone, come i pastori, e a quel canto che diceva pace e gloria, “gloria a Dio e pace in terra agli uomini”. Quanto sia importante tale messaggio ognuno può comprenderlo in un tempo in cui si è tornati a pensare e a compiere azioni di guerra per dare gloria a Dio, diffondendo la peste dell’odio tra popoli, religioni, razze e nazioni. L'”antinatale” di gran parte del mondo attuale rende particolarmente urgente la voce e l’azione di chi proclama la “pacem in terris”. Buon Natale!

AUTORE: Elio Bromuri