Il ‘mistero’ sembra che oggi stia invadendo anche il mondo della scienza, oltre quello della cultura. La scienza infatti ci attesta che l’universo si estende in modo sconfinato, miliardi di anni luce. Neppure la fantasia è capace di farsene un’immagine esatta. Anche la filosofia ne testimonia solo l’esistenza senza poterne dare una definizione. ‘Posso dire la verità? ‘ confessava il filosofo Norberto Bobbio – Sono arrivato ormai alla soglia dell’al di là, sono vicinissimo alla fine, ma non ci credo’. Perché non ci crede? ‘L’ho detto più volte e lo ripeto ai miei amici cattolici: ma perché insomma?’. E cerca di dare una curiosa risposta: ‘Se la vita è la vita, è perché c’è la morte’. E precisa: ‘Ma vuoi che dopo la vita ci sia un’altra vita?’. E cerca di dirne il motivo: ‘Ma scusa! Per prendere sul serio la vita tu devi prendere sul serio la morte e devi renderti conto che la morte è la morte’. Eh già, se la morte è la morte, però anche la vita è la vita, perché però questa deve cedere a quella? Di fronte al mistero, egli precisa, ‘io mi faccio piccolo piccolo e non pretendo di dire di più’. Ma perché rifiuta di cercare ancora? O, eventualmente, perché non chiedere luce a qualcuno? ‘Sono immerso nel mistero’, sono le ultime parole che egli disse morendo. Non riusciva ad allungare la mano verso chi avrebbe potuto venirgli in soccorso, fare cioè un atto di ‘fede’: parola, questa, per lui incomprensibile. Un giorno fu domandato a Confucio cosa avrebbe preferito fare se fosse tornato in vita dopo la morte. ‘Passerei la vita a trovare il senso delle parole’, egli rispose. Lo considerava il miglior uso del tempo concessogli in vita. ‘Ma quanti uomini capaci di dar definizioni si trovano?’, si chiedeva sant’Agostino al suo tempo (Il Maestro 12,42). La fede è una di queste parole. È molto usata, anche in senso analogico, in tutte le situazioni della vita e passa per nozione nota, ma non lo è; in tanti sensi la si può prendere. Al cristiano interessa saper cos’è la fede religiosa, e la sua fede cristiana in particolare. Il suo atto di fede è come il passo della soglia per entrare nel regno di Dio. E tutto il resto dipende da questo primo passo da fare e da fare bene, perché da esso dipende tutto il resto della vita cristiana. Se è presa poi come regola di vita, essa trasforma radicalmente l’esistenza del credente, regolandone non solo i comportamenti religiosi, ma anche quelli culturali, sociali, politici. Diventa la chiave di lettura e di interpretazione di ogni avvenimento. Per cui, della fede si può dare anche una definizione astratta, ma in concreto esistono tanti tipi e gradi di fede quante sono le persone che la professano. Inoltre bisogna precisare che l’atto di fede è l’atto più libero che l’uomo possa compiere. La Chiesa può comandare ai suoi fedeli di andare a messa la domenica, o di ricevere i sacramenti almeno una volta l’anno, ma non può imporre di credere: l’atto di fede avviene direttamente fra l’uomo e Dio sotto la spinta della sua grazia. E tanto meno i genitori possono imporla ai figli. È un atto libero perché radicato così profondamente nell’anima, che prende la mente e la volontà in modo così assoluto per cui chi crede accetterà il martirio, ma non l’apostasia.
Il mistero e la fede
AUTORE:
' Giovanni Benedetti