Il miracolo della Bruna compie 500 anni

Il santuario sorge sopra una cappella in onore della Madonna. Lì, nel 1506, un'immagine della Vergine dipinta sul muro venne miracolosamente completata

Sei giugno 1506 ‘ 6 giugno 2006. Cinquecento anni di suppliche, di preghiere e di pietà popolare alla Madonna della Bruna di Castel Ritaldi. La parrocchia di San Gregorio in Nido festeggia lo straordinario evento con dodici giorni interamente dedicati alla figura di Maria. Tutto iniziò in quel lontano 6 giugno di cinquecento anni fa, quando un gruppo di pellegrini lombardi, diretti al santuario di Santa Chiara a Montefalco, si fermarono per una sosta lungo le rive del torrente Tatarena. Quando decisero di ripartire lo stendardo della Vergine, emblema della loro confraternita, non si staccò da terra. Per risolvere il problema fecero riprodurre una copia dell’immagine su un muro che sorgeva nelle vicinanze. Non appena il pittore iniziò a dipingere, i fedeli riuscirono a spostare lo stendardo e riprendere la via di Montefalco. Il giorno seguente quando l’autore si portò sul luogo per continuare l’opera, misteriosamente la trovò completata in ogni sua parte. La devozione popolare crebbe in maniera vertiginosa e gli abitanti di Castel Ritaldi chiesero al vescovo di Spoleto, Francesco Eroli, di edificare una cappella in onore della Madonna. In seguito ottennero anche il permesso per costruire una chiesa, l’attuale, intitolata a Santa Maria della Bruna. La costruzione iniziò nel 1518; l’edificio sacro fu consacrato dal vescovo Fulvio Orsini nel 1576. Intorno agli anni 1560 – ’64 sull’altare maggiore vennero apposti gli stemmi della comunità di Castel Ritaldi, che si era assunta la tutela del santuario, e del cardinale legato Carlo Borromeo. La chiesa presenta un’inusuale soluzione tra l’articolazione interna e l’involucro esterno. Non si tratta di due momenti differenti di costruzione, ma di un progetto previsto così fin dall’inizio. Il santuario è a pianta centrale, in cui alle tre absidi si congiunge una corta navata. L’esterno, interamente a mattoni, è animato da una serie di finestre in alto prossime al tetto, dal quale emergono la torretta della lanterna e il campanile a vela. Il Comune affidò la chiesa ai padri Agostiniani. Nel 1950 l’allora arcivescovo Raffaele Radossi istituì la parrocchia di Santa Maria della Bruna. Fino al 1956 il tempio fu meta di affollate processioni provenienti dai paesi del circondario. Nel 2002, con il riordino delle parrocchie stabilito dal Sinodo diocesano della Chiesa di Spoleto-Norcia, la comunità della Bruna, insieme a quelle di Castel Ritaldi e Colle del Marchese, è confluita nella nuova realtà parrocchiale di San Gregorio in Nido. Ad arricchire l’abbondante documentazione storica, grazie alle notizie raccolte nella visita pastorale del vescovo Giacinto Lascaris (1715), riguardante la chiesa di S. Maria della Bruna contribuirà anche un piccolo volume stampato dalla parrocchia a ricordo dell’evento. Titolo del libro sarà: La Bruna e i suoi cinquecento anni.

AUTORE: Francesco Carlini