È stata inaugurata sabato 7 maggio a Spoleto la mostra fotografica dedicata al beato Giovanni Paolo II, allestita presso il battistero della cattedrale. L’iniziativa è nata per volontà dell’archidiocesi e dell’agenzia di stampa Reuters. Curatore è il giornalista Philip Pullella, capo servizio Reuters per l’Italia e Vaticano. L’inaugurazione della mostra è stata preceduta da una tavola rotonda dal titolo “L’uomo e il suo messaggio”, che si è tenuta nel portico della cattedrale. Vi hanno preso parte: il card. Leornado Sandri, prefetto per la Congregazione delle Chiese orientali, già sostituto della Segreteria di Stato; mons. Renato Boccardo; Rachel Donadio, corrispondente in Italia del New York Times; Marco Politi, biografo papale; John Allen, corrispondente Usa del National Catholic Reporter; Greg Burke, corrispondente in Italia di Fox Television. L’incontro è stato moderato da Alessio Vinci, conduttore di Matrix. La tavola rotonda si è aperta con il saluto dell’arcivescovo Boccardo. “È un onore – ha detto – poter accogliere a Spoleto il card. Leonardo Sandri, colui che negli ultimi anni di vita di Giovanni Paolo II ha ‘prestato’ la sua voce al Papa, colui che il 2 aprile 2005 comunicò al mondo intero il ritorno alla casa del Padre del 246° successore di san Pietro. Siamo qui per ricordare un Papa che ha segnato la storia di ciascuno di noi. Oggi a Spoleto è come se ci fosse una parte di quella Chiesa universale che Giovanni Paolo II ha costruito negli anni del suo pontificato”. Poi ha preso la parola il card. Sandri che ha iniziato elogiando Spoleto. Si è soffermato sul lavoro dei giornalisti e dei fotografi nei 27 anni di pontificato di Giovanni Paolo II: “I giornalisti si sono posti sempre in dialogo col magistero del Papa, mostrandosi interattivi col popolo di Dio. Hanno aiutato il Papa nella sua missione di aprire nuovi orizzonti su Dio e sull’uomo. Hanno stimolato credenti e non credenti, hanno fatto capire al mondo perché la gente andava dietro al Papa. Giovanni Paolo II – ha concluso – ha fatto la storia, e la storia non lo ha dimenticato… nonostante la sua ingratitudine”. Ha così avuto inizio la tavola rotonda. Vinci ha condotto l’incontro facendo emergere i momenti più significativi del pontificato di Giovanni Paolo II: da quelli “ufficiali” a quelli inusuali.Il primo giornalista a prendere la parola è stato John Allen che ha raccontato il Papa e i mezzi della comunicazione. “Quale immagine passerà alla storia di Giovanni Paolo II? Quella di grande, santo evangelizzatore del mondo. Il Papa riuscì a capire che, se la Chiesa vuole evangelizzare, deve necessariamente comunicare. Giovanni Paolo II aveva una strategia comunicativa; per lui la comunicazione era parte integrante in ogni scelta da prendere. Non vedeva i media come una minaccia per la Chiesa, anzi, li considerava amici”. Marco Politi ha parlato del Pontefice “stratega globale”. “Giovanni Paolo II è stato il primo Papa che ha capito la globalizzazione. Il suo obiettivo, raggiunto con una straordinaria lucidità di analisi e con un invidiabile comportamento strategico, è stato quello di portare il centro nella periferia. In ogni viaggio ha sempre voluto incontrare tutti gli strati della società, cercando il confronto con gli altri. È riuscito ad unire il messaggio religioso con la proclamazione dei diritti dell’uomo e della giustizia. Ha avuto la grande capacità di tenere presente il mondo in ogni sua azione”. Greg Burke ha parlato, invece, del rapporto con i giovani. “Non ‘vendeva’ nulla ai giovani – ha detto –, non li utilizzava. Gli parlava solamente dell’individualità della persona e di Gesù. Questo è stato il suo successo con le giovani generazioni”. L’ultima a prendere la parola è stata Rachel Donadio, che non ha mai viaggiato con il Papa. Ha raccontato come lei, giornalista, vedesse quest’uomo venuto da lontano: “Le persone, oggi che Giovanni Paolo non c’è più, sentono la mancanza della sua capacità umana. Mi ha sempre colpito la dignità e la non-paura con le quali il Papa è andato incontro alla morte. Era un uomo fortissimo e tenerissimo”. In mostra non soltanto fotografie ma anche tanti oggetti “storici” appartenuti al PapaTerminati gli interventi, i presenti si sono spostati al battistero della cattedrale per l’inaugurazione della mostra, che consiste in 70 fra le più belle e significative immagini del pontificato del Beato Giovanni Paolo II, scattate dai fotografi della Reuters che hanno seguito il papa a Roma e in tutto il mondo per 27 anni. Eccezionalmente, la mostra è arricchita anche di rari e significativi oggetti personali appartenuti al neo-Beato. Fra questi: la croce pastorale, opera dello scultore Lello Scorzelli, usata nei 27 anni di Pontificato e usata anche dai suoi due predecessori, Paolo VI e Giovanni Paolo I; una veste talare; la casula e il pallio (stola di lana bianca) indossati da Giovanni Paolo nella cerimonia di chiusura del grande Giubileo, 6 gennaio 2001; una “razionale” (specie di spilla ornamentale per il piviale), opera dell’artista parigino Goudji, utilizzato per la cerimonia di apertura del grande Giubileo, 24 dicembre 1999; una mitra ricamata con i simboli dei quattro evangelisti, opera del monastero benedettino di Santa Maria di Rosano; la croce in ferro ricavata dalle macerie di Ground Zero (11 settembre 2001), offerta al Papa dai pompieri di New York; alcuni altri doni offerti al Papa in diverse occasioni; inoltre, per gentile concessione della Scrinium, società fiduciaria dell’Archivio segreto vaticano per gli Exemplaria praetiosa, verrà esposto un fac-simile del sigillo d’oro di Giovanni Paolo II appeso alla bolla di indizione del grande Giubileo. La mostra rimarrà aperta, dal martedì alla domenica, fino al 31 agosto. Orario: dalle 10 alle 13 e dalle 15.30 alle 20. L’ingresso è gratuito.
Il messaggio di Wojtyla
Prestigiosa tavola rotonda inaugura la mostra fotografica sul beato Giovanni Paolo II
AUTORE:
Francesco Carlini