Il Maggio si erge maestoso

GUALDO TADINO. Arriva alla 100a edizione la festa più antica dell’Umbria

Benché la legge regionale sulle feste popolari la discrimini, ponendola sullo stesso piano di manifestazioni e rievocazioni storiche sorte solo negli ultimi anni, la festa del Maggio di San Pellegrino continua imperterrita per la sua strada e celebra la sua 1008a edizione. Da oltre mille anni, insomma, ininterrottamente, gli abitanti della piccola frazione di Gualdo Tadino continuano a reiterare un rito antichissimo, che s’innesta su usanze ancestrali di origine precristiana. Si tratta della più antica festa popolare umbra, di tradizione ininterrotta, ed una delle usanze più antiche d’Europa. Incuranti delle polemiche, i Maggiaioli sampellegrinesi – per tradizione, tutti gli uomini di ogni famiglia – hanno di nuovo celebrato la loro festa. Si è iniziato domenica scorsa, 29 aprile, con la processione sulla via del Santo Pellegrino, la strada che secondo la tradizionpercorse l’umile pellegrino che non fu accolto all’interno dell’antico castello e finì per essere travolto da un’onda di piena del torrente, dopo essersi rifugiato sotto le arcate di un ponte. La rievocazione vera e propria è iniziata, però, nel pomeriggio di lunedì 30 aprile: alle 18, la messa, durante la quale i Maggiaioli hanno ricevuto la benedizione prima di partire per la loro annuale impresa: recarsi a piedi in una località segreta della campagna ad abbattere il “maggio”, vale a dire il pioppo più imponente.

Anche quest’anno, il cammino è stato lungo e solo a tarda sera, oltre la mezzanotte, il gruppo di uomini sampellegrinesi – molti dei quali tornati appositamente anche dall’estero per celebrare ogni anno lo stesso rito – ha riportato nella piazzetta di San Pellegrino l’enorme pioppo, utilizzando uno “sterzetto”, una sorta di rudimentale carro, appena sufficiente per trasportare gli oltre trenta quintali di albero. Qui, come ogni anno, il momento più spettacolare, con la sramatura e scortecciatura del pioppo e la sua “alzata”: con pazienza, forza ed abilità, utilizzando scale di diversa lunghezza, i Maggiaioli lo hanno issato ed eretto in una grande buca, sotto la luce e il frastuono dei fuochi d’artificio. Una grande emozione, per chi lo ripete ogni anno e per chi vi assiste, incitando gli stremati Maggiaioli, molti dei quali appena adolescenti – 11 anni l’età minima per partecipare – a compiere l’ultimo decisivo sforzo. Una grande gioia, infine, fra tutti i presenti, Maggioioli e non.

 

AUTORE: Pierluigi Gioia